Senza parole

Clamorosa rivelazione di un ex dirigente juventino, Maurizio Capobianco, al giornale "La Repubblica". Ecco l'intervista
"Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".Beni di ingente valore? "Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto? "Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".A quando risalgono i casi in questione? "Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".Chi sono questi arbitri? "Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili? "20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve. "Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".Quei "beni" erano destinati a loro? "Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso? "Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni. Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto? "Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco. Attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro. Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi? "Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."Parliamo o delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto? "Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".Le istituzioni. "Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

4 Responses to "Senza parole"

Me responded on 3:02 PM #

continuo ad affermare come i grandi quotidiani nazionali (gazzetta e repubblica) tentino in ogni modo di far vedere solo una delle 2 facce della medaglia. se sono state entrambe molto pronte a pubblicare l'intervista di questo capobianco, continuano a latitare nell'informazione contro-inter: le dichiarazioni di de sanctis, ad esempio, dove stanno?

il problema è che non si dovrebbe trattare di una questione tra juve e inter, ma piuttosto si dovrebbe tentare di far emergere in ogni modo qualsiasi elemento che possa arricchire i contorni di farsopoli.

cmq, ricordo che maurizio capobianco, già prima di questa dichiarazione, era in causa con la società juventus...

Marco responded on 2:55 AM #

se è per questo anke de santis è in causa ed ovviamente tutti e due tenderanno a tirare l'acqua al proprio mulino

Marco responded on 2:55 AM #
This comment has been removed by the author.
Me responded on 3:45 AM #

sì ma de santis non è in causa con l'inter, è in causa con la giustizia sportiva in generale, tant'è che nelle sue dichiarazioni dice cose sia contro la juve sia contro l'inter.
ma si fa finta di niente...