Sta tornando

La serie di “Football Manager” sta tornando.
Tutti gli anni, proprio quando la maggior parte dei campionati iniziano, la vita sportiva di tutti gli amanti del calcio è allietata dall’arrivo di una nuova, splendida edizione di Football Manager. Ogni versione, pur non presentando particolari stravolgimenti rispetto al suo predecessore, ha sempre presentato una serie di piccole ma numerose aggiunte, che si sono rivelate mirate e degne di grandissima attenzione. Football Manager 2008 conferma nuovamente la politica di “Sports Interactive”, promettendo interessantissime novità, che renderanno sicuramente l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente e divertente che in passato. La cosa che salta subito agli occhi è sicuramente il nuovo fiammante database, composto da circa 5000 squadre selezionabili, divise in 50 campionati. Gestire un tale numero di informazioni, potrebbe apparirvi come un’impresa titanica ma, fortunatamente, gli sviluppatori hanno realizzato una nuova interfaccia di gioco che vi permetterà di gestire ogni aspetto del vostro club, con relativa semplicità.

Allenatore a 360 gradi
In questo nuovo titolo della serie, una delle innovazioni più affascinanti è rappresentata dalla nuova gestione delle nazionali; sarà ora possibile visionare qualsiasi partita direttamente, in modo da scoprire nuovi talenti da inserire nel proprio organico, o semplicemente per monitorare gli sviluppi dei giocatori già presenti nella rosa. Inoltre, ogni volta che doveste assistere ad un match, i giocatori sapranno della vostra presenza e questo, oltre a determinare un maggior impegno per farsi notare, accrescerà notevolmente la loro stima nei vostri confronti. Ad ogni modo, avrete comunque la possibilità di inviare i vostri talent scout a qualsiasi partita, ed essi vi forniranno in brevissimo tempo un dettagliatissimo rapporto su qualsiasi calciatore doveste decidere di far seguire.
Il sistema di gestione delle partite è stato anch’esso rivisto e reso decisamente più realistico. Al contrario di tutti i suoi predecessori, FM2008 non vi darà la possibilità di mettere in pausa gli incontri per apportare eventuali cambiamenti; ovviamente sarà possibile variare ogni aspetto della squadra in qualsiasi momento, ma ad eccezione della fine del primo tempo, sarete costretti a farlo durante il normale svolgimento del match. Scordatevi quindi analisi approfondite su come poter “risollevare” le sorti di un pesante passivo, perché il tempo perso potrebbe costarvi caro. I motivi di questo cambiamento sono sicuramente legati alla volontà degli sviluppatori di rendere l’esperienza del match-day quanto più realistica e coinvolgente possibile, e basandoci su ciò che abbiamo avuto modo di vedere, sembra stiano riuscendo in pieno nel loro intento.

Piccoli Abramovich crescono
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, il titolo potrà vantare una serie di interessantissime novità; per prima cosa, la gestione dei vostri fondi non sarà più quasi totalmente in mano al presidente del club, ma al contrario avrete la possibilità di spendere il budget per ciò che riterrete più opportuno, anche se ciò dovesse portare i conti della squadra in rosso. Vi sarà inoltre data la possibilità di gestire in prima persona tutti gli accordi con gli sponsor, valutando attentamente tutte le offerte che doveste ricevere, eventualmente anche trattandole direttamente. Ma la cosa sicuramente più coinvolgente è rappresentata dalla possibilità di gestire il prezzo dei biglietti di ogni partita; in FM2008 il pubblico ricoprirà un ruolo di fondamentale importanza, motivo per cui sarà necessario cercare di attirare quanti più tifosi possibili, anche nelle partite meno importanti. Per fare ciò, potrete abbassare i prezzi, promuovere riduzioni per donne e bambini, o addirittura organizzare speciali iniziative al fine di suscitare interesse verso la squadra. Dopo ogni partita, avrete modo di visionare un dettagliato “feedback”, che conterrà numerose informazioni riguardo alla vostra tifoseria, come morale, desideri, commenti sul match e prospettive future. Stesso discorso varrà anche per la campagna acquisti; al termine di ogni sessione di calciomercato, in base a come avrete agito, il pubblico commenterà il vostro operato in maniera estremamente approfondita. Per tutti questi motivi, sarà fondamentale cercare di assecondare sempre i vostri sostenitori, visto che, in caso contrario, questi ultimi potrebbero anche organizzare vere e proprie manifestazioni di protesta per destabilizzare l’ambiente.

Commento
Football Manager 2008 si prospetta senza dubbio come l’ennesimo capolavoro. Se tutte le novità promesse dovessero essere realizzate con la profondità e la semplicità di sempre, questo titolo potrebbe davvero rivelarsi una pietra miliare del panorama videoludico contemporaneo. Gli elementi ci sono tutti: un database ricco come mai prima d’ora (5000 club divisi in 50 campionati), una serie di straordinarie innovazioni votate ad una maggiore libertà d’azione e soprattutto un sistema gestionale molto più intuitivo e dettagliato che in passato. Previsto per la fine dell’anno su PC eper il 2008 anche su Xbox360, questo titolo non potrà assolutamente mancare alla vostra collezione

Quel diavolo di Bert

Lo avevamo sospettato più volte in quel Budapest, ora anche il web sembra darne conferma. Bert è il diavolo. Ma chi è Bert? Bert è un demonietto che incarna il male e suole prendere forma sotto forma di un tozzo cagnetto da cui inizialemnte si è irresistibilmente attratti. Apparso per la prima volta ai nostri occhi in quel di Budapest, precisamente in Vaci Utca, il Bert appariva e scompariva a suo piacimento e le sue manifestazioni erano sempre legato a qualche episodio curioso o addirittura tragico. Tra le sue gesta, ricordiamo quando apparve dal nulla tentando di azzannare Andrea o quando dopo l'uragano che colpì la città (unico evento di questo tipo nella storia della capitale magiara) se ne andava beatamente girando tra le strade con un ghigno beffardo.
Dopo il nostro ritorno in Italia di lui non si ebbero più tracce, finchè non ha deciso di ricomparire in Croazia, nell'isola di Pag precisamente a Novalja.
Ed ora anche su internet scopriamo un sito a lui dedicato
http://www.bertisevil.tv/

Lite Canalis-Mughini

Splendido siparietto tra la Canalis e Mughini a Controcampo, con l'ex velina che accusa Mughini di aver dato del bidone a Cannavaro e l'occhialuto opinionista che la ammutolisce a più riprese, specie quando ha la conferma di avere ragione.
In più un formidabile Piccinini che fa da moderatore ma in realtà vuole alimentare la lite e un Liguori in versione sciuscià di Moratti.

I GRIFFIN

Qualche gag spassosa tratta dai Griffin

PETER DAL DOTTORE


TRASFORMAZIONISMO


IL GENIO DELLA BOTTIGLIA


I 4 PETER

Destination Unknown

COME WITH ME, WE CAN GO TO A PARADISE OF LOVE AND JOY
A DESTINATION UNKNOWN
DANDAN DAN DAN DANDAN!!!!!!!!
DAN DAN DANDAN!!!!!!!!!!

Sardegna # 2





Sempre in attesa di paski foto, ancora un pò di Sardegna

Sardegna






In attesa di ricevere foto della nazione più a quadretti che ci sia (Croazia), posto un pò di foto della stupenda vacanza in Sardegna.

Questa pure è bella

E' insolito che un coccodrillo cada dal dodicesimo piano di un palazzo. E, forse, è ancora più insolito che si rimetta in piedi senza un graffio e che tutto questo accada a Saratov, circa 500 km a est di Mosca, città nella regione russa del Volga.

Khenar è un coccodrillo 'domestico' lungo circa un metro, che "vive da 15 anni presso una famiglia amante degli animali esotici", ha detto una portavoce del ministero delle Situazioni d'emergenza, citata dall'agenzia Ria-Novosti.

Il rettile, ha raccontato ancora la portavoce, "si è spenzolato dal balcone ed è caduto sul marciapiede, suscitando il panico". Sotto gli occhi dei passanti Khenar, forse più spaventato di loro, dopo il tonfo si è rimesso sulle zampe, senza gravi danni. Unica conseguenze un dente rotto. L'animale è rimasto tranquillo e non ha aggredito nessuno.

I soccorritori non hanno avuto problemi a catturarlo con un lazo e l'hanno portato in un rifugio per animali, dove qualche ora dopo è stato recuperato dai padroni. Khenar ha così potuto far ritorno nella sua casa a quaranta metri di altezza.

Mega Sondaggione Vintage


Create polls and vote for free. dPolls.com

Giochi senza Frontiere

Eccoci. Siamo in piena estate, il caldo c'è, il sole anche, il mare per chi può andarci è sempre quello e per molti sono già scattate o stanno per scattare le ferie. Eppure c'è qualcosa che manca perchè l'estate sia davvero estate.
Quando l'Europa non era ancora unita, la Jugoslavia era pur sempre roba da oltre cortina di ferro e gli svizzeri..beh gli svizzeri, che ci volete fare?, c'era un programma che metteva l'Europa davanti al televisore. Introdotta dalla mitica sigla dell'eurovisione, la sfida interessava inizialmente Italia, Francia, Germania ovest e Belgio, e fu poi allargata a Svizzera, Jugoslavia, Portogallo e Grecia: si trattava in genere di sfide sportive, molto spesso a contatto con l'acqua, in cui i partecipanti erano ostacolati nei movimenti da buffi costumi. Con una sfida che si protraeva per tutta la trasmissione, il mitico "fil rouge", e la possibilità di giocare l'altrettanto mitico "jolly" per raddoppiare i punti di una manche, fece diventare icone televisive due giudici svizzeri, Gennaro Ulivieri e Guido Pancaldi. Per l'Italia partecipavano sempre località amene quali Livigno, Campione d'Italia, Marostica..che puntualmente venivano superate da altre nazioni, soprattutto la Jugoslavia, che imbottivano le proprie squadre di atleti di caratura olimpionica. Tra i commentatori italiani, i più longevi sono stati Ettore Andenna e l'annunciatrice Rosanna Vaudetti, e poi l'energica Milly Carlucci e Claudio Lippi. Atmosfera da fiera paesana transnazionale, ma irrinunciabile.
Ebbene sì da qualche anno manca ormai il mitico Giochi Senza Frontiere. Programma-gioco a mio parere molto più sano e divertente di reality e repliche di fiction viste e riviste.

Si riparte

Con il sorteggio dei calendari effettuato ieri nella Sala del Coni di Roma, prende virtualmente il via la stagione calcistica 2007-08. La Juve, inserita per blasone tra le teste di serie nonostante fosse una neopromossa, può godere di un avvio abbastanza soft (Livorno in casa, trasferta a Cagliari e di nuovo in casa con l'Udinese), prima di arrivare al primo scontro importante all'Olimpico contro la Roma. Meglio ancora è andata all' Inter (comincia con l'Udinese a San Siro, poi va a Empoli e poi, alternativamente tra casa e trasferta, Catania, Livorno e Samp). Sorteggio insidioso per il Milan che, dopo l'esordio in trasferta con il Genoa, dovranno vedersela tra le mura amiche con la Fiorentina per poi affrontare in sequenza Siena, Parma, Palermo, Catania e Lazio.
Sulla carta la più sfortunata è stata la Roma che, dopo la difficile trasferta di Palermo (all'esordio), tra la quarta e la decima giornata incontreà in sequenza Juve, Fiorentina, Inter, Parma, Napoli, Milan e Lazio nel giro di 40 giorni.


Create polls and vote for free. dPolls.com

Mi ritorni in mente

All’asilo disegnava una casa bianca, davanti al mare; a sua madre chiedeva che fine avesse fatto il cane maculato e la macchina nera. Eppure Cameron Macaulay, classe 2001, vive a Clydebank, vicino a Glasgow, dalla finestra della sua stanza vede i tetti di mattoni rossi e, soprattutto, nessun cane maculato è mai circolato per casa, tanto meno una macchina nera è mai stata parcheggiata in garage.

Lontani chilometri dalla terra dell’Induismo e del Buddhismo, la vicenda dello scozzese reincarnato, è già diventata un documentario per la Tv. La storia di Cameron, il bambino con il caschetto biondo e gli occhi azzurri inizia nel 2003. «Aveva tre anni - spiega la madre, Norma - quando si mise a raccontarmi le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza». E non era che l’inizio. «Parlava dei suoi fratelli, dei capelli lunghi e castani di sua madre che gli leggeva un grande libro su Dio e di come suo padre, un certo Shane Robertson, fosse morto investito sulle strisce pedonali. Ero sconvolta». Norma ha i capelli rossi, non è religiosa, è una mamma single, e può contare solo su Martin, il fratello maggiore di un anno di Cameron.

Il tempo passa, il bambino cresce e la sua fantasia si colora di dettagli. «Non devi temere la morte - diceva alla madre - perché si ritorna: mi chiamavo Cameron anche prima». Dopo la filosofia si dedica alla rassegna della vita quotidiana. «Iniziò a lamentarsi perché nell’altra casa aveva tre bagni, mentre noi ne abbiamo solo uno». E poi perché «nell’altra vita trascorreva i pomeriggi giocando sulla scogliera dietro casa e perché con l’altra famiglia viaggiava molto, mentre noi non siamo mai usciti dalla Scozia». La mamma, i parenti e le maestre resistono fino al sesto compleanno, quando Cameron inizia a piangere perché, diceva, «gli mancava la sua famiglia di Barra». E, soprattutto, quando Norma scopre che una casa di produzione cinematografica è alla ricerca di storie di reincarnati.

È lì che la mamma 42enne decide di fare le valige e di portarlo a Cockleshell Bay, nell’Isola di Barra. Con al seguito una telecamera e Jim Tucker, il direttore della clinica di psichiatria infantile alla Virginia University, esperto in reincarnazioni. «Dopo qualche giro abbiamo trovato la casa bianca, sul mare, con i famosi 3 bagni». A quel punto anche lo psicologo ha avuto un sobbalzo. «Nel 70% dei casi - spiega Tucker - i bambini ricordano morti avvenute in circostanze non naturali, incidenti o episodi traumatici». Occasioni in cui, secondo l’esperto, memoria ed emozioni sopravvivono. «La morte improvvisa del padre è stato un trauma per Cameron - commenta Tucker -. E questo suggerisce che la sua coscienza non è un prodotto del cervello, ma piuttosto un’entità distinta, capace di sopravvivere anche dopo la morte del corpo».

Scetticismo a parte, l’effetto sorpresa nel documentario è stato garantito. «Cameron era raggiante - racconta la madre -. Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato e mi disse quanto fosse ansioso di presentarmi alla sua famiglia». Membri di cui, però, non si trova traccia. La casa era abbandonata e all’anagrafe non è stato trovato nessun Shane Robertson. Si è risaliti a un certo Robertson, vissuto nella casa bianca tempo addietro e poi trasferitosi a Stirling. «Cameron guardò le foto di famiglia e riconobbe il cane maculato e la grande macchina nera di cui tanto aveva parlato». Certo non si è messo a parlare in perfetto dialetto Danzhou come fece nel 1979 Tang Jiangshan, bambino cinese della provincia di Hainan, che a soli 3 anni disse alla madre di chiamarsi Chen Mingdao, di essere figlio di Sandie, di abitare a 160 chilometri di distanza e di essere stato ucciso durante la Rivoluzione Culturale Cinese da un colpo di pistola. Compiuti i 6 anni i genitori lo portarono nel villaggio dei racconti e senza batter ciglio, Tang entrò nella casa del padre, riconobbe le sorelle, la fidanzata e iniziò a conversare come se fosse sempre vissuto lì.

Cameron si è accontentato di aver visto la casa sul mare con un’entrata segreta e alcune foto di un cane maculato e di una macchina nera. Risolto il mistero, si è rilassato ed è tornato a Clydebank insieme alle telecamere della troupe. Lo psicologo, invece, è volato alla clinica in Virginia con una storia in più da analizzare: «Da quando abbiamo aperto il sito - dice - sono più di 100 i casi simili a quello di Cameron».

Alti e Bassi

Due metri e trentasei contro 73 centimetri: l'uomo più alto del mondo, Bao Xishun, incontra il suo opposto, He Pingping. I due si guardano negli occhi un po' perplessi e si stringono cortesemente la mano, posando per i fotografi. Succede in Mongolia, dove il primato del gigante umano è già stato riconosciuto dai guinness. Ora ci sta provando anche il suo rivale, in lizza per essere certificato come il più basso del globo

Qui le immagini

La svolta

Da internet a consumo a internet giorno e notte. E si torna a postare

Cappelle Berbere in Finale!!!


Create polls and vote for free. dPolls.com

Il ricattatore

TRONCHETTI PROVERA
Tronchetti Provera nel 1978 entra nel Gruppo Pirelli dalla porta principale: sposa, infatti, in seconde nozze Cecilia, figlia di patron Leopoldo che lo introduce in azienda nel 1986 come Socio Accomandatario. Il suo ruolo all'interno di Pirelli è decisivo per tutto il decennio successivo, e nel 1988 diventa Amministratore Delegato e Direttore Generale di Société Internationale Pirelli S.A. a Basilea. Dopo il fallimento dell'acquisizione della tedesca Continental AG, Leopoldo Pirelli è così costretto ad abbandonare la guida della società e nel 1992, Marco Tronchetti Provera diviene vice presidente esecutivo ed amministratore delegato della Pirelli S.p.A. In pochi anni Tronchetti Provera cambia radicalmente l'assetto dell'azienda, puntando molto sullo sviluppo tecnologico dei cavi e delle fibre ottiche e mettendo in secondo piano il settore degli pneumatici.
Dal 1995 al 1999 ricopre la carica di Vice Presidente di Pirelli & C. Riceve intanto anche il titolo di Cavaliere del Lavoro grazie al lavoro di rilancio fatto alla Pirelli che al suo arrivo usciva dal fallimento dell'acquisizione della Silverstone ed era sommersa da oltre tre miliardi di debiti. Secondo i critici il risanamento della Pirelli sarebbe consistito nello smobilitare tutti gli asset societari per far cassa, trasformando un importantissimo gruppo industriale in un guscio vuoto.
Nell'estate del 2001 una cordata guidata da Tronchetti Provera e Benetton rileva il 100% di Bell S.A., la holding lussemburghese che controlla Olivetti. L'acquisizione permette a Pirelli e Edizione Holding di acquisire il controllo del gruppo Telecom Italia (di cui Bell detiene il 25%). L'operazione porterà alla creazione di una newCo controllata al 60% da Pirelli e al 40% da Edizione Holding.
LA 7
Fondata nel 1974 con il nome di Telemontecarlo TMC prima e acquistata dai brasiliani di Globo Tv (prendendo in prestito il logo) successivamente passa sotto il controllo di Montedison e nel 2001 viene venduta da Vittorio Cecchi Gori alla Seat Pagine Gialle del Gruppo Telecom Italia guidato all'epoca da Roberto Colaninno e Lorenzo Pellicioli. L'intento dei due manager è creare un nuovo network in grado di competere contro i tradizionali sei canali nazionali raggiungendo, nel medio periodo, uno share del 5%. Il 24 giugno 2001 il logo di Telemontecarlo lascia il posto al nuovo marchio "LA7" durante una serata inaugurale condotta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto dalla discoteca Alcatraz di Milano che per l'occasione trasformata in uno studio televisivo. In contemporanea, per la zona del Lazio, viene trasmessa la festa ufficiale per la vittoria dello scudetto della Roma con Sabrina Ferilli, madrina d'eccezione visibilmente emozionata. Gli ascolti sono altissimi per un'emittente così piccola (circa 2 milioni di telespettatori).
La linea editoriale scelta per il canale è quella di una televisione frizzante, movimentata e un po' trasgressiva. Il palinsesto estivo è solo un assaggio di quello che in autunno sarebbe dovuto andare in onda. A settembre 2001 in seguito alla cessione di Telecom Italia al gruppo Pirelli vengono cambiati i vertici della rete. La linea editoriale dell'emittente subisce una virata netta da tv per giovani a tv di nicchia dedicata prevalentemente all'informazione e all'approfondimento con obiettivo di share pari al 2% , ascolto sempre conseguito anche quando la rete si chiamava Telemontecarlo
POTERE RICATTATORIO
Quello di Marco Tronchetti Provera può definirsi a tutti gli effetti un potere parastatale in grado di ricattare addirittura lo Stato stesso. Sembra, ad esempio, che tutte le comunicazioni internazionali dirette verso Cuba, e stati africani come Somalia e Libia (per citarne alcuni) passino, per motivi dovuti ad accordi di linee telefoniche internazionali, per l’Italia e dunque siano reindirizzate verso i paesi destinatari da Telecom. Tanto è vero che dal momento in cui si è iniziato a parlare di una possibile cessione di Telecom, importanti aziende americane abbiano presentato concrete e sostanziosi offerte in moda da entrare in possesso di informazioni delicate quanto preziose. Se questo discorso vale per le chiamate internazionali, figuratevi cosa può accadere per quelle nazionali. Telecom può tranquillamente disporre di tutti i tabulati delle chiamate effettuate in Italia e lo fa senza tanti scrupoli sulla privacy. Si è arrivati così alle esplosioni di numerosi scandali dovuti ad intercettazioni telefoniche (Scandalo Unipol, Calciopoli e Vallettopoli su tutti). Ora è evidente che chi è in possesso di tante informazioni gode di un potere ricattatorio enorme ed è in grado di distruggere qualsiasi persona a prescindere dal ruolo che ricopre. Calciopoli ne è stato un esempio. Moggi, che sapeva benissimo di essere controllato (lo testimonia lo smodato uso di schede svizzere) è stato la vittima principale del potere Telecom-Provera. Big Luciano, che ha peccato molto di presunzione ritenendosi invincibile per avere la protezione della Fiat e per la sua decennale amicizia con l’ex Ministro dell’Interno Pisanu, si è dovuto ricredere delle sue convinzioni appena è caduto il governo Berlusconi. Sono uscite tutte le sue marachelle, perché hanno voluto fare uscire le sue, altrimenti ne avremmo visto delle belle (lungi da me voler assolvere Moggi). Ma veniamo a La 7. Il 24 Giugno 2001 l’emittente ex TMC, viene ceduta in circostanze poco chiare da Vittorio Cecchi Gori (che voleva costituire un terzo polo televisivo) alla Seat Pagine Gialle del Gruppo Telecom (Cecchi Gori è ancora in causa per riavere le sue televisioni, in quanto dalla cessione ha ricavato euro 0). Grazie alla presenza di grandi conduttori televisivi (Costanzo, Santoro, Fazio su tutti) la rete rischia di far fare il botto a Rai e Mediaset anche per gli incredibili (per LA7) ascolti fatti registrare nella serata di presentazione della nuova emittente. Ma cosa accade? Nel corso dell’estate, a seguito della cessione di Telecom Italia al Gruppo Pirelli (guidato da Tronchetti Provera), viene completamente stravolto il palinsesto della rete e cambiati i vertici della rete. A Settembre la programmazione riprende con ascolti irrisori fermi al 2%. Ma perché è stata fatta questa scelta? Semplice, per due motivi. Punto primo: mettersi contro i poteri forti del duopolio Rai-Mediaset non era affatto nelle intenzioni di Tronchetti (semmai più in quelle del Cecchi Gori). Punto secondo: aver dimostrato di poter avere un’emittente dal potenziale così forte equivaleva a mettere sotto scacco il duopolio. La 7 ha continuato ad essere una tv di nicchia, mentre la Telecom caso strano ha proseguito a fare pubblicità sulle due grandi emittenti della tv generalista, versando nelle loro tasche tanti soldi. Per tutta questa serie di motivi, dunque, all’esplodere dello scandalo Calciopoli neanche il Cavalier Berlusconi ha potuto muovere un dito (pur essendo molto intimo con il Moggi, al punto da ospitarlo a Palazzo Madama) anche perché è stato fatto scoppiare ad arte appena ha perso le elezioni (le intercettazioni pronte da Settembre, in quanto relative al Campionato precedente sono state messe in circolazione a Maggio). Moggi, obiettivo numero uno per i continui attacchi all’Inter (controllato dal Provera tramite Pirelli) è stato messo alla berlina e per la Juve c’è stata la retrocessione in Serie B e per l’Inter l’assegnazione di uno scudetto a tavolino e soprattutto la costituzione di un potere in grado di ricattare chiunque.


Create polls and vote for free. dPolls.com

5 motivi per cui l'Inter può confermarsi Campione d'Italia

1)I nerazzurri possono vantare su una rosa talmente folta da poter schierare 3 squadre competitive, a prescindere dalle assenze. Neanche un maestro come Moratti può depauperare in un solo anno un tale patrimonio

2)Il Milan. Per bocca dell'Amministratore delegato Galliani, anche il prossimo anno lo scudetto non sarà l'obiettivo principale dei rossoneri che preferiscono concentrarsi su trofei più ambiti come Coppa del Mondo per Club, Supercoppa Europea e Champions League.

3)La Juve. Sebbene l'arrivo di Ranieri sia stato accolto con entusiasmo da tutto l'ambiente, la rosa non è ancora competitiva. Servirebbero 3-4 acquisti di livello e nessuna cessione importante, ma lo stesso Ranieri ha sposato il progetto della società di tornare ad alti livelli entro 5 anni

4)La Roma. I giallorossi vicecampioni d'Italia hanno lo stesso problema della Juve, rosa non competitiva per un torneo di 38 partite, a cui non può sopperire la bravura di Spalletti nel gestire quei pochi uomini che ha. Il tetto degli ingaggi condiviso da società e allenatore, non permette sogni di gloria, anzi.

5)La Telecom. L'Inter è gestita dalla Telecom che dopo aver fatto esplodere lo scandalo Calciopoli a proprio piacimento, ha anche scoperto il gusto della vittoria dopo anni di buio. Difficilmente un potere del genere abbandonerà la posizione di vertice raggiunta con questi mezzucci. Almeno fino a che non scoppierà uno Scandalo Telecom.


Create polls and vote for free. dPolls.com

Vai Danilo!

Danilo Di Luca vince il 90° Giro d'Italia. Il corridore di Sporteto (PE) entra così nella storia per essere il ciclista italiano più meridionale ad aver vinto la corsa rosa. Il precedente primato apparteneva infatti al toscano Chioccioli, vincitore nel 1990. Di Luca, che ha dominato il Giro dalla prima all'ultima tappa, è riuscito ad aver la meglio sugli avversari che uno dopo l'altro non sono riuscito a metterlo mai in vera crisi, neanche sul tremendo Monte Zoncolan. Dopo il Camoscio d'oro Vito Taccone, l'Abruzzo può finalmente celebrare un altro campionissimo del ciclismo.


Create polls and vote for free. dPolls.com

Doping

Anche se la prescrizione lo ha estinto, il reato e' stato commesso: dal 1994 al 1998 i calciatori della Juventus furono oggetto di una somministrazione illecita di farmaci. Era stato posto in essere un 'disegno criminoso' volto all'alterazione del risultato sportivo attraverso il reato di frode.Le motivazioni della sentenza n. 21324/2007 della Corte di Cassazione, depositate oggi, con la quale lo scorso 29 marzo la II Sezione Penale aveva dichiarato la prescrizione del reato di frode sportiva nei confronti dell'ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo e del medico sociale bianconero Riccardo Agricola chiudono definitivamente la vicenda. E lasciano un retrogusto dolceamaro in vincitori e vinti: i dirigenti juventini non possono piu' invocare la non sussistenza del fatto; i grandi accusatori vedono sostanzialmente confermato l'impianto dell' accusa ma non colgono i frutti sperati perchè‚ il tempo utile e' gia' trascorso.La Corte d'Appello di Torino, nel dicembre 2005, aveva assolto i due dirigenti juventini. In primo grado, invece, il Tribunale di Torino, nel novembre 2004, aveva condannato il solo Agricola a un anno e dieci mesi per frode sportiva.Nella sentenza della Cassazione viene ripreso l'orientamento espresso dalle sezioni unite della Suprema Corte, in base al quale sarebbe da considerare truffa sportiva, utilizzando le norme sul calcioscommesse del 1989, il dopaggio dei calciatori anche prima del varo della specifica disciplina antidoping emanata solo nel 2000. Da qui i giudici sono partiti per affermare ''che continua a costituire reato la somministrazione delle sostanze dopanti anche dopo la nuova legge, alcune sostanze infatti sono espressamente comprese negli elenchi del decreto e le altre rientrerebbero nel decreto in quanto affini''.Era questo il punto di vista sostenuto dal ricorso di Caselli e Guariniello e sposato - nella sua requisitoria - dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Vito Monetti, che aveva chiesto un processo d'appello bis; ma i calcoli sui tempi di prescrizione non lo hanno consentito.Anche gli atleti non escono molto bene dalla vicenda: se infatti la Cassazione ha ribadito che chi somministra ai partecipanti alla competizione sportiva sostanze atte ad alterarne la prestazione ''mira fraudolentemente a menomare o a esaltare le capacita' atletiche dei giocatori'', questi ''non possono essere considerati semplici vittime, in quanto una rigorosa interpretazione della norma non consente di escludere a priori la punibilita' nei loro confronti''. Questo anche perche' ''il bene presidiato non puo' essere esclusivamente la tutela della salute dello sportivo, ma anche la regolarita' delle competizioni, posta in pericolo dalla sleale alterazione chimica della propria capacita' di prestazione''.

L'Italia s'è desta

Finalmente dopo anni di buio calcistico, l'Italia torna a farla da padrone sul resto del mondo. Merito soprattutto dei tecnici italiani che stanno impartendo lezioni di calcio in ogni angolo del globo ai loro smarriti colleghi. Ad aprire le danze è stato Marcello Lippi, regalandoci la splendida vittoria ai Mondiali dopo aver annichillito sciamani del calcio come Hiddink e Domenech o emergenti come il padrone di casa Klinsmann. La vittoria iridata ha ridato grande fiato alle squadre ed ai tecnici italiani persino a quelli emigrati. E così il buon vecchio Trapattoni ha strapazzato le avversarie, dominando dall'inizio alla fine il campionato austriaco e il sempreverde Capello sta tenendo a galla un Real Madrid a cui neanche gli ultras più affezionati davano più credito dopo l'eliminazione della Champions, rischiando di regalare uno storico bis sulla panchina blanca. E come non parlare di Carletto Ancelotti alla terza finale di Champions League in cinque anni? Proprio nell'anno più difficile, in cui gli otto punti di penalizzazione avevano reso la Coppa dalle grandi orecchie l'unico mezzo per salvare una panchina che in molti non vedevano più sua già da dopo Natale. A malincuore complimenti anche a Roberto Mancini, non tanto per la vittoria dello scudetto più scontato ed inutile della storia, ma per come è arrivato al traguardo. Record di punti (94 a una giornata dal termine) e di vittorie (17 consecutive, anche se l'unica sconfitta che avrebbe interrotto la serie a 13 gliel'hanno posticipata ad Aprile). Anche Luciano Spalletti ha fatto il suo riportando una Coppa Italia a Roma dopo 16 anni e ai quarti di Champios dopo 23. Certo ne è uscito nel modo peggiore, però il suo calcio a detta di molti è uno dei migliori. Ed infine vorrei sottolineare le imprese di Mazzarri, Cagni e Ranieri. Molti di questi tecnici stanno ancora combattendo per i loro traguardi (vedi Capello, Ancelotti e Mazzarri) ma a prescindere dal risultato hanno comunque dimostrato la loro sapienza tattica che non può essere messa in discussione dal risultato di una gara

Omaggio all'Ungheria

Anno 1956 i carrarmati sovietici entrano in Budapest e reprimono con il sangue la rivolta ungherese, umiliando un intero popolo che ancora oggi prova rancore per quel sanguinoso atto. Ma c'è un episodio che in pochi sanno che ridiede potere all'orgoglio ungherese e che è passato alla storia dello sport.
Ervin Zador entrò negli spogliatoi prima di quanto si aspettasse. Era stanco e arrabbiato per il colpo subito dall’avversario, il suo zigomo era gonfio e il sangue copiosamente gli scendeva lungo il volto.
Ervin Zador non era un pugile che aveva subito un KO, così come qualcuno potrebbe pensare, ma un pallanuotista che aveva appena giocato una partita leggendaria (nonché la partita più violenta mai giocata a livello ufficiale).
Anno 1956, Olimpiadi di Melbourne. Il destino beffardo mette di fronte nella semifinale di pallanuoto URSS contro Ungheria. Erano passati solo pochi mesi dalla tragedia e ne uscì fuori qualcosa di epico. Sin da subito il gioco in piscina si mostrò duro con colpi proibiti sopra e sotto l’acqua, finché Ervin Zador fu colpito al volto da un russo e costretto ad uscire. Gli animi si surriscaldarono ancora di più, in acqua (con sopraccigli spaccati) e sugli spalti, tanto da indurre l’arbitro a decretare la fine del match prima dello scadere. Il pubblico inferocito diede vita ad una gigantesca rissa, i Russi uscirono scortati dalla polizia.
Il risultato finale fu Ungheria 4 – URSS 0.
Il match entrò nella leggenda, e ricordato come “la partita in cui l’acqua si tinse di rosso” (sangue). Le Olimpiadi furono vinte dall’Ungheria e i suoi giocatori divennero eroi. Alcuni di loro non rientrarono più in patria, l’Ungheria “normalizzata” non poteva permettersi di accoglierli. Eroi condannati alla clandestinità.

Senza parole

Clamorosa rivelazione di un ex dirigente juventino, Maurizio Capobianco, al giornale "La Repubblica". Ecco l'intervista
"Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".Beni di ingente valore? "Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto? "Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".A quando risalgono i casi in questione? "Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".Chi sono questi arbitri? "Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili? "20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve. "Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".Quei "beni" erano destinati a loro? "Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso? "Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni. Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto? "Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco. Attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro. Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi? "Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."Parliamo o delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto? "Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".Le istituzioni. "Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

Nani volanti

Si chiama "dwarf throwing", lancio del nano. Qualcuno sostiene che si tratti di una vera e propria disciplina sportiva, altri ritengono che non si possa parlare che di inaudita barbarie. Sta di fatto che si tratta di una pratica piuttosto diffusa. Le regole del gioco sono semplici: tocca munirsi di grandi materassini di gomma, di un arbitro che misuri la lunghezza del lancio e naturalmente è necessario avere con sé qualcuno da gettare in aria. Un uomo o una donna di bassa statura si devono offrire volontari e devono bardarsi con armature paracolpi, caschi per proteggere la testa soprattutto. La tuta protettiva indossata è inoltre dotata di due maniglie, poste all'altezza dei fianchi. I concorrenti devono impugnare i nani dalle apposite prese e lanciarli il più lontano possibile. Accanto ai materassini si posizionano, per sicurezza, coloro che non sono in gara in quel momento, per evitare che a causa di un lancio mal riuscito qualcuno possa finire a terra.Il curioso gioco pare si stato inventato qualche decennio fa in Australia da lì si è diffuso un po' ovunque: in Canada, in Inghilterra, in Francia... E proprio a Windsor (Canada) al confine con lo stato di New York, si è tenuto a metà giugno il consueto campionato di questa specialità, questa volta tra roventi polemiche. Il ministro della Pubblica Sicurezza dell'Ontario, Bob Runciman, ha condannato il concorso e chiesto di cancellare la serata e ha aggiunto che già altrove, in Florida e in Francia per esempio, sono state approvate leggi che mettono al bando il lancio del nano. Il deputato Sandra Pupatello, numero due del partito Liberale all'opposizione, ha proposto un disegno di legge per bandire questa pratica dallo Stato dell'Ontario e chiesto al parlamento un'approvazione immediata. Il partito conservatore, attualmente al governo, ha tuttavia nicchiato, sostenendo di aver bisogno di tempo per valutare tutte le eventuali conseguenze. Il disegno di legge proposto prevede multe fino a 5mila dollari e sei mesi di reclusione per chiunque sia coinvolto nella pratica, nano, arbitro o lanciatore.Ma i diretti interessati che cosa ne pensano? Alto quattro piedi, poco più di un metro e venti, Tripod è il protagonista del campionato in Ontario: «Adoro questa disciplina, mi sento benissimo» dichiara dopo un'ora dall'inizio della gara, con in tutto 7 lanci sulla schiena e ancora 13 partecipanti in attesa. In Francia, invece, nel 2002 un decreto ha proibito di praticare questo "sport" e uno dei nani protagonisti della scena francese ha denunciato l'Eliseo per il provvedimento che lo ha privato del posto di lavoro. Il caso è finito addirittura sul tavolo della commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite. Inutile dire che Ginevra ha risposto picche e lui ha dovuto trovare un'altra occupazione.

Historia magistra est

Oltre ad essere svilita dai ben noti motivi, la vittoria dell’Inter s’inserisce nel contesto delle eccezioni anche per una ragione “storica”. Come la tradizione insegna, infatti, i campionati giocati nell’anno dopo i Mondiali o dopo una vittoria della nazionale italiana, hanno visto spesso come protagoniste squadre di medio-alta classifica, facendo sorgere il dibattito sullo stress provocato da queste grandi competizioni ai calciatori delle big che in queste occasioni hanno più volte arrancato. Ma veniamo ai fatti:
Campionato 1968-69, l’Italia ha appena vinto il suo primo Europeo e nella stagione successiva a trionfare è la Fiorentina, al suo secondo scudetto della storia dopo 13 anni di attesa. Secondo arriva al Cagliari, fino ad allora mai così in alto nella sua storia.
Campionato 1970-71, l’Italia è reduce dal secondo posto dei Mondiali in Messico. Lo scudetto viene vinto dall’Inter che per ripetersi dovrà attendere altri 9 anni
Campionato 1978-79, l’Italia gioca un gran Mondiale in terra argentina, lo scudetto è vinto dal Milan. Fin qui nulla di strano. Ma sapete chi arriva secondo? Il Perugia, e senza perdere neanche una partita. Quantomeno curioso.
Campionato 1982-83: l’Italia vince in Spagna il suo terzo Mondiale con una fantastica cavalcata. Il campionato è vinto dalla Roma, che per la seconda volta nella storia, dopo un’attesa lunga 41 anni si cuce il triangolino tricolore sul petto.
Campionato 1984-85: è l’anno degli Europei, l’Italia non li gioca perché non si qualifica. A trionfare è il Verona, al suo unico acuto della storia.
Campionato 1986-87: l’Italia esce agli Ottavi con la Francia nel secondo Mondiale Messicano. Lo scudetto è vinto dal Napoli, è il suo primo trionfo.
Campionato 1988-89: l’Italia esce in Semifinale con la Russia nell’Europeo in Germania. Chi vince in Italia? L’Inter, dopo altri 9 anni di attesa.
Campionato 1990-91: è l’anno delle notti magiche e dell’Italia di Schillaci che regala sogni ad un’intera nazione. Nella stagione successiva trionfa addirittura la Sampdoria, mai prima nella sua storia.
Campionato 1994-95: l’Italia è reduce dalla beffa ai rigori di Pasadena. Il tricolore va alla Juve dopo 9 lunghi anni, una delle attese più lunghe della sua storia. E’la prima Juve di Lippi e Del Piero. E Moggi.
Campionato 2006-07: l’Italia vince la sua quarta stella in Germania. Dopo 18 anni lo scudetto è vinto dall’Inter.
Come avete notato l’Inter, che negli ultimi 40 anni ha vinto 4 scudetti, ben 3 li ha conquistati in queste condizioni quantomeno anomale. Dunque, Mancini può tranquillamente togliersi gli assorbenti perché un ciclo non l’ha ancora mai avuto. Almeno fino all’anno prossimo.

Gol senza frontiere

Altro che Ronaldinho o Kaka, Cristiano Ronaldo o Messi, scarpe o pallono d'oro di ogni genere. Il bomber che entra nella storia è un ragazzotto cipriota che milita nella Serie C del suo campionato nazionale. Sedici reti in una sola partita: questo e' il ricco bottino di Panagiotis Pontikos, attaccante dell'Olympos Xylofagou che ha stracciato per 24-3 i piu' blasonati avversari del SEK Ayios Athanasios. L'impresa sembra non essere sfuggita agli occhi di Capitan Vecchione che ha già mosso le sue pedine (Andrea) per mettersi sulle tracce del misterioso giocatore dell'isola di Cipro

Blog

Dopo aver riempito con fiumi di bit i nostri blog, vorrei porre all’attenzione dei lettori una questione filosofica. Essi rientrano nella sfera della realtà o della fiction? In Italia, il termine fiction si applica prevalentemente ai prodotti televisivi e può essere definito come “un dispositivo narrativo dal momento che offre storie e personaggi, luoghi e ambienti all’interno di una scansione diacronica (talvolta anche sincronica) di una catena di eventi”. La serialità è l’elemento che caratterizza la fiction. Letteralmente il termine fiction si lega ai concetti di simulazione e finzione, e sembra contrapporsi a ciò che appartiene alla verità della vita. Tuttavia, considerare il concetto di finzione come tutto ciò che è falso ed ingannevole, è riduttivo e del tutto errato.
Da un’analisi più approfondita, emerge come nella lingua inglese tale concetto definisca tutte le opere d’immaginazione e di fantasia e che esso “deriva dal latino fingere che può rivestire il triplice significato di modellare, immaginare e simulare”. Inoltre, considerare come reale solamente ciò che esiste in natura non è più accettabile, come hanno dimostrato gli studi sull’importanza dei processi di costruzione della realtà. Infatti nella storia dell’umanità, dall’invenzione del linguaggio in poi, non vi è mai stata una distinzione netta ed irrevocabile tra realtà e finzione. Anzi, l’uomo ha da sempre ricercato la costruzione di un mondo parallelo a quello reale, espressione delle proprie interpretazioni del mondo reale.
Lo scopo di una fiction non è tanto quello di raccontare e riportare fedelmente la realtà, ma quello di far riferimento a mondi possibili, descrivendone almeno in parte la loro configurazione. Ciò accade, inevitabilmente, in ogni narrazione testuale, poiché è impossibile rappresentare un mondo nella completa totalità delle sue manifestazioni. In tale contesto, non è assolutamente necessaria una commistione tra il tempo del testo finzionale e quello del “tempo reale”, anzi è proprio a partire dal distacco tra queste due temporalità, che la fiction amplia le proprie potenzialità.Ed è proprio legando quest’ultimo concetto a quello esposto in precedenza sulla serialità come elemento caratterizzante della fiction, che ritengo che i blog appartengano esclusivamente alla sfera finzionale, in quanto, come la fiction, possono porsi come processi dinamici in grado di divenire elemento di costruzione sociale della realtà (per quella microsfera di lettori che lo seguono), dove ognuno può modellare ed immaginare la realtà a proprio piacimento. In base a questa visione, i testi prodotti sono “strutture aperte” che permettono al lettore di scegliere il percorso interpretativo che ritiene più adatto alle proprie aspettative, anche in contrapposizione agli intenti originari che l’autore voleva dare alla sua opera (ovvero, come il buon Davide sa, producendo una decodifica aberrante)

Lezione di Calcio

Ebbene sì, mai come questa volta questo termine è appropriato. Il Milan ha dato una vera e propria lezione di calcio al Manchester nella sfida disputata ieri sera a San Siro. Un Kaka stratosferico ha ridicolizzato, nel duello virtuale, Cristiano Ronaldo dimostrando quanto il portoghese debba ancora crescere, ma soprattutto come spesso accade le squadre italiane (il Milan su tutte) si sono dimostrate di gran lunga più serie e preparate nell'approccio alle sfide più delicate. Il Milan, con 8 italiani in campo (a differenza di altre squadre meneghine più argentine che italiche) ha rispolverato lo spirito che i giocatori avevano mostrato nell'ultima Coppa del Mondo ed Ancelotti ha centrato la terza finale in 5 anni, confermandi di essere il miglior allenatore italiano in circolazione. Oltre che nel risultato, la vittoria è stata schiacciante dal punto di vista tattico. Dove un Milan pur schierando una sola punta, ha potuto contare sulla supremazia di un centrocampo stellare che ha annichilito gli avversari mai entrati in partita. Oltre a Kaka e Seedorf, autori dei gol decisivi, splendidi sono stati Pirlo ma soprattutto Gattuso ed Ambrosini. I due maratoneti rossoneri non hanno concesso un millimetro a Cristiano Ronaldo, Scholes e Giggs, facendo sorgere molti dubbi sulle reali qualità di questi ultimi, cosa che ovviamente non può essere messa in discussione per una sola partita sbagliata. Il Manchester che tutti avevano dato per squadra di extraterrestri, dopo la roboante ed umiliante vittoria contro la Roma, si è sciolto come neve al sole ai colpi di spada e fioretto dei milanisti, mettendo in luce tutti i suoi limiti in trasferta (vedi sconfitte contro Celtic, Cophenaghen e Roma), mentre il Milan si è confermata l'unica squadra italiana competitiva in Europa, specie se si paragona il numero di scudeti vinti con le finali di Champions conquistate, un rapporto assai più positivo di squadre che hanno vinto di più in Italia ma che in Europa hanno spesso miseramente fallito.

Accanimento umano

Guardate questo povero tassista cosa subisce dagli inviati delle Iene in un' esilarante parodia di Tutti contro Uno.

IL VIDEO

Esterofilia (100!)

In un campionato italiano che in questa stagione ha avuto un unico padrone ed è stato avaro di emozioni, il telespettatore appassionato di calcio deve per forza di cose rivolgere la propria attenzione ai campionati esteri. Se in molti si stanno appassionando alle volate finali di Premier League, Liga e Bundesliga, in cui si stanno consumando appassionati duelli, in pochi hanno potuto godere dell’ultima giornata di Eredivision (Campionato Olandese), trasmessa da SI. Il turno finale, disputatosi ieri, a 90 minuti dal termine vedeva AZ Alkmaar, Ajax e Psv a pari punti. Premesso che come nel campionato italiano, anche in quello olandese non sono previsti spareggi, va detto che il criterio che avrebbe deciso il titolo non sarebbe stato quello degli scontri diretti ma quello della differenza reti. In virtù di ciò, l’AZ si sentiva in una botte di ferro in quanto aveva un netto vantaggio sulle altre due rivali. In una continua altalena di emozioni, è successo veramente di tutto. L’AZ, imitando la vera Inter (quella del 5 Maggio per intenderci), è riuscita a perdere per 3-2, autoescludendosi dalla lotta per il titolo. Ajax e Psv, stupite per tanta grazia, si sono così trovate a giocarsi il trofeo in un botta e risposta al cardiopalma, in quanto il Psv doveva recuperare all’Ajax due gol in differenza reti. Il Psv dopo essersi portato sul 2-0 e quindi virtualmente in testa, in pochi minuti ha subito due beffe: il gol degli avversari ed il vantaggio dell’Ajax che ristabiliva la differenza come ad inizio gara. Gli uomini di Koeman reagivano portandosi sul 4-1 e quindi di nuovo in testa al campionato, ma ancora una volta l’Ajax rispondeva realizzando la rete del 2-0. Ma a 10 minuti dalla fine, un gol di Cocu permetteva al Psv di portarsi sul definitivo 5-1 e quindi di regalare il titolo alla propria squadra. Tutto questo mentre l’Ajax era sul 2-0 e l’AZ sul 2-2 (poi avrebbe perso 3-2), cioè mentre un gol di una delle due formazioni rivali avrebbe di nuovo spostato gli equilibri. Dunque un campionato combattuto e tirato fino all’ultimo secondo, a differenza di quello nostrano in cui una situazione simile non sarà mai immaginabile. Provate ad immaginare per un titolo deciso per differenza reti, quante telefonate, acchitti, tentativi di imbrogli, e quaterne arbitrali corrotte ci sarebbero.

PARTITE PARANORMALI

Finora calcisticamente ne avevo sentite tante, gare riviate per neve, nebbia, pioggia, invasioni, illeciti, illazioni. Ma questa mai. Sentite bene si riferisce ad un Fiorentina-Pistoiese del 1954, Campionato riserve, qualcosa che ora non esiste più ma da quel che ho capito simile alle squadri B che ci sono in Spagna. Nel secondo tempo, la gara fu interrotta per 11 minuti ed ecco il motivo:
Alle 14.20 del 27 ottobre 1954 nel cielo di Firenze appaiono oltre 20 oggetti volanti. Sembrano procedere in formazione. Sfrecciano a velocità altissima da Nord Ovest a Sud Est, dalle Cascine verso Rovezzano. I primi hanno l'aspetto di ali d'aquila, poi segue una serie di oggetti a forma di goccia e infine chiudono la processione aerea dei dischi piatti, bianchi e lucenti. Il tutto dura circa 15 minuti. E non finisce qui.
Pochi minuti dopo, nello stadio comunale, inizia la partita di calcio Fiorentina-Pistoiese. All'inizio del secondo tempo, l'intero stadio, improvvisamente, inizia a mormorare. A tal punto che l'arbitro è costretto a interrompere la partita. Il ricordo dei calciatori è vivido: 11 minuti femi ad osservare, insieme a tutto il pubblico, le evoluzioni degli oggetti volanti che eseguono alcune manovre acrobatiche e sfrecciano via muovendosi a zig zag. La situazione è incredibile: migliaia di testimonianze collettive, un'intera città con il naso all'insù.
E non è ancora tutto. Dopo l'avvistamento, infatti, per oltre mezz’ora, Firenze viene ricoperta da una specie di neve appiccicosa che al contatto con le mani si smaterializza. Uno studente di ingegneria riesce però a raccoglierne un campione e a farlo analizzare dalla facoltà di chimica. Il professor Canneri esegue una spettrografia sui filamenti che risultano composti prevalentemente di Boro e Silicio. Il giorno seguente è ancora il giornalista Giorgio Batini a portare in istituto una notevole quantità di quella strana ragnatela, che raccoglie nei boschi "imbiancati" intorno a Firenze.
Alcuni biologi sostengono che si tratti di una particolare ragnatela prodotta da una specie di aracnide migratore che usa le correnti aeree. Secondo altri sarebbero residui chimici delle lavorazioni tessili dispersi in atmosfera. Per altri ancora potrebbero essere frammenti di una paglia antiradar usata dagli aerei negli anni '50. Nessuna di queste ipotesi riesce però a spiegare come una quantità così grande sia potuta cadere su un'unica città in un solo giorno.

Ma ecco delle testimonianze dirette di alcuni spettatori:
"Ho un ricordo vivissimo,personale.Avevo sette anni e mio nonno mi porto' allo stadio.Ricordo che fosse un mercoledi' e la partita fosse del campionato riserve,competizione che non esiste ora piu'. Mio nonno era un navigante,era capitano sui mercantili e dovendo tornare a Genova per imbarcarsi,non avrebbe potuto vedere la partita della domenica successiva.Cosi' mi porto' allo stadio per godersi,comunque,una partita, prima di ripartire.Se ben ricordo ,l'ingresso era solo in tribun;comunque ero li' e vidi benissimo i dischi sopra la torre di Maratona ad una altezza non eccessiva.Poi comincio' a cadere la lanuggine ed io, come altri, fummo incuriositi e ci portammo fuori della copertura della tribuna per vedere bene di cosa si trattasse.Cosi', con mio nonno,toccammo quella cosa,ma appena toccata spariva,senza lasciare traccia. Ho ancora la sensazione di quella specie di manna"
Dell'episodio si parla diffusamente in un volume della Corrado Tedeschi Editore, casa editrice non dedita soltanto all'enigmistica tascabile, ma anche ai fenomeni paranormali (pubblica, o pubblicava, ad esempio, anche il famoso "Giornale dei Misteri"). L'episodio accadde il 29 ottobre del 1954 durante una partita del campionato riserve tra Fiorentina e Pistoiese giocata nel primo pomeriggio. Secondo il volume (espressamente dedicato agli avvistamenti di UFO in Italia), durante la partita furono notati degli "oggetti luminosissimi" in cielo (era una bellissima giornata di autunno), che catturarono subito l'attenzione non solo degli spettatori -era aperta solo la curva Fiesole-, ma anche dei ventidue in campo e dell'arbitro, che interruppe addirittura il gioco. Nel volume e' riportata una foto che ritrae appunto dei giocatori della Fiorentina e della Pistoiese occhi al cielo, che guardano sbigottiti. Subito dopo, secondo le testimonianze, cominciarono a cadere delle strane particelle fioccose di una sostanza imprecisata, fenomeno che interessò tutta l'area del Campo di Marte. Addirittura, in via Tito Speri (secondo quanto si racconta nel volume), un giovane studente montò dall'abbaino sul tetto della propria casa per raccoglierne alcune, che portò poi ad analizzare ad un istituto scientifico. Tutto questo, va detto, è situato nel famoso "Flap nel 1954"; nel gergo ufologico, un "flap" è un'ondata di avvistamenti di UFO. Quello dell'autunno del 1954 è rimasto negli annali e coinvolse principalmente la Toscana, dove si ebbero centinaia di testimonianze di avvistamenti"

Stile Nerazzurro

L’Inter è Campione d’Italia. La Beneamata torna a vincere uno scudetto sul campo dopo 18 anni e scatena il tripudio della Milano Nerazzurra. A questo punto è doveroso fare alcune considerazioni, specie sulle esternazioni, perlomeno discutibili, di alcuni protagonisti del trionfo interista.

Mancini: “ Non posso non pensare subito a Giacinto Facchetti, che è sempre stato e rimarrà sempre accanto a noi, immagine di serietà, di pulizia, di serenità… Considero un titolo vero anche quello della stagione scorsa, sebbene non sia arrivato dal campo: in tutte le discipline chi bara viene retrocesso e avanza chi sta alle spalle e ha giocato in modo pulito. L’Inter negli ultimi anni ha ricominciato a vincere a livello nazionale”

Moratti: “Quello dello scorso anno è stato uno scudetto pulito, conquistato senza rubare nulla! Nel campionato passato rubavano gli altri, ecco perché dico che lo scudetto dell’anno scorso è stato uno dei più belli dell’Inter, è stato vinto contro il malaffare e non è stato rubato!

Dedicare uno scudetto ad una persona scomparsa che ha lavorato per una vita intera alla causa nerazzurra è doveroso, ma perché esagerare parlandone in termini di immagine di pulizia, quando, stando alle parole di Bergamo, i contatti tra lui e Facchetti erano frequenti e continuativi?
Come si può considerare un titolo vero quello dello scorso anno? Se è vero che in tutte le discipline chi bara viene retrocesso, non è altrettanto vero che chi sta alle spalle avanza, in quanto la cosa più opportuna è revocare il titolo e non assegnarlo a nessuno.
Ma addirittura si può arrivare a dire che è stato uno dei più belli dell’Inter?
Forse Moratti non ricorda più la squadra del padre, che dominava sia in Italia che in Europa?L’Inter ha accettato uno scudetto, nonostante 17 punti di distacco dalla capolista ed ora che ne ha vinto un altro s’impegna tramite dirigenti, calciatori ed allenatore non tanto a celebrarlo ma piuttosto ad usarlo per avvalorare la tesi che quello dello scorso anno è stato meritato. Il Materazzi che ora un eroe, è la stessa persona che gli interisti volevano cacciare dopo un clamoroso autogol da 30 metri al Castellani di Empoli, Ibrahimovic e Vieira sono quei calciatori l’anno scorso odiati ed ora osannati, Moratti è quella persona onesta e gentile che ha sempre sputato contro i presunti poteri forti, ma in nessuna assemblea della Lega ha avuto il coraggio di andargli contro e che nel corso degli anni ha creato un buco di 150 milioni di euro, di cui però nessuno se ne cura, anzi si canta “SENZA RUBARE VINCIAMO SENZA RUBARE”. Vergogna

5 motivi per cui scrivo sul mio blog

Accogliendo l'invito di Pasquale, elenco i miei 5 motivi su cui scrivo (poco) sul mio blog:

1) Mi diverto a scrivere le cose anche più stupide che mi passano per la mente

2) Mi piace vedere i contatti ricevuti anche casualmente dai vari angoli del mondo

3) Perchè nel tempo si è costruita una sorta di autofidelizzazione con il mio blog

4) Perchè è un modo in più per essere in contatto con le persone che conosco

5) Perchè voglio vedere quanto sono in grado di portarlo avanti

Stadio

Come spesso accade negli ultimi tempi, ogni volta che si va allo stadio più che la gara in sé a fare notizia sono gli spiacevoli episodi che accadono all’interno e fuori lo stadio. Capita così che anche in una partita storica come Roma-Manchester, in cui i giallorossi strapazzano gli inglesi ottenendo un risultato stretto per quel che si è visto in campo, si assiste ad episodi di violenza. Ma se questo ormai non fa più notizia, sdegnosa è invece la reazione che hanno avuto i tabloid inglesi, accusando di abuso di potere e di violenza, le forze dell’ordine nostrane. Ma andiamo con ordine. Degli episodi all’esterno dello stadio non posso parlarne in quanto fortunatamente non mi è capitato di imbattermi. Ma di ciò che è successo dentro lo stadio sono testimone diretto in quanto mi trovavo a poche decine di metri dal settore degli inglesi. Occorre innanzitutto dire che il divieto di vendere alcolici non è stato assolutamente rispettato specie dai chioschi ambulanti limitrofi allo stadio che versavano fiumi di birra a tutti. Secondo punto gli inglesi sono arrivati all’interno dello stadio già ubriachi, tanto è vero che in molti improvvisamente cadevano a terra, barcollando con le loro pance in bella mostra. Dopo lunghi minuti di quiete, canti e sfottò in cui gli inglesi intonavano cori alla Lazio e a Di Canio, sono iniziate le prime schermaglie con lanci di bottiglie di plastica da tutte e due i settori. L’espulsione di Scholes scatenava però l’ira degli inglesi che iniziavano a riversarsi contro il plexiglas che separa i due settori abbattendo la resistenza dei pochissimi poliziotti presenti all’interno del loro settore. In pochi minuti si scatena il putiferio, i poliziotti chiamano rinforzi che arrivano abbastanza celermente ed il gol di Taddei fa impazzire gli inglesi che iniziano a cercare di scagliarsi contro il settore dei tifosi romanisti. Questa volta però trovano l’opposizione delle nostre forze dell’ordine che cercano di sparpagliarli minacciando di caricarli. Incuranti dell’avvertimento, gli inglesi proseguono a scagliare seggiolini e bottiglie ed iniziano a caricare polizia e carabinieri. A questo punto anche essi li caricano, facendoli indietreggiare verso la Monte Mario. Ma dopo neanche un minuto, gli inglesi ripartono alla carica facendo scatenare una vera e propria rissa a colpi di pugni e manganellate con le forze dell’ordine che dura per tutto l’intervallo. Alla ripresa del gioco la situazione si stabilizza.
Conclusioni: Se quando ci sono scontri tra tifoserie italiane e forze dell’ordine la colpa è sempre dei primi, non vedo perché in questa occasione dovrebbe essere il contrario.
Non parlate più di modello inglese in quanto: i tifosi inglesi non sono mai stati seduti ad assistere alla partita, anzi sono stati sempre in piedi ed in continuo movimento; il loro comportamento è tutt’altro che calmo e tranquillo, anzi vanno sempre alla ricerca della provocazione e dello scontro; se una famiglia si trovava dentro quel settore si giocava l’incolumità dei propri figli; la civiltà dei tifosi inglesi l’hanno lasciata in aeroporto.

Calcio Quiz

1) Chi è il giocatore che quest'anno in Serie A ha realizzato più reti dal dischetto?

2) Qual è stato l'ultimo mondiale in cui è stato usato un pallone che avesse almeno una parte fatta in cuoio?

3) Quante sono le squadre tra Serie A e Serie B che quest'anno hanno ricevuto penalizzazioni?

4) Qual è lo sponsor tecnico della S.S. Lazio

Calcio moderno vs Calcio contemporaneo

Il calcio, come del resto tutti gli altri sport, ha subito nel corso degli anni trasformazioni e cambiamenti che hanno inciso profondamente sulla sua struttura originaria, modificandone tattiche, schemi e regole. Tralasciando la nostalgia che in molti hanno per un calcio che non c’è più fatto di: numeri di maglia dall’uno all’undici, partite ascoltate con la radiolina in mano e sintesi degli incontri visibili solo su Novantesimo Minuto e sulla Domenica Sportiva, l’attenzione è posta sulle evoluzioni (o involuzioni) avvenute a livello tecnico (e tattico). Nel calcio contemporaneo assistiamo spesso a dichiarazioni rilasciate dai protagonisti degli anni passati i quali sostengono che il livello del nostro torneo si è di gran lunga abbassato e che la Serie A ha perso il primato di campionato più bello del Mondo, rimanendo solo il più difficile. Ma è vero? E come si è arrivati a tutto ciò? Premesso che, ovviamente, una risposta universale non è possibile trovarla, cerchiamo di analizzare i fatti, in maniera sillogistica (sperando che il presupposto non sia errato, altrimenti si smonta tutta la tesi). Negli ultimi 30 anni due sono state le discontinuità più clamorose dello sport più amato e seguito nel globo: quella “orange” degli anni’ 70 (che ha portato l’Ajax a vincere 3 Coppe dei Campioni consecutivi e l’Olanda ad essere finalista dei Mondiali per due volte) e quella del Milan di Arrigo Sacchi che ha portato il Milan per due volte sul tetto d’Europa e del Mondo e una su quello d’Italia. Parlo di discontinuità tattiche ma anche tecniche perché queste due squadre giocavano talmente bene che gli avversari sul livello di gioco erano sconfitti per manifesta inferiorità. Se la scuola olandese ha avuto il merito di introdurre il concetto di giocatore universale (ovvero che sapesse ricoprire bene tutti i ruoli del campo), unendola a quella di collettivo e gioco di squadra formidabile, l’Arrigo nazionale è stato il padre fondatore di un calcio fatto di: pressing, attacco degli spazi, turn over, diagonali difensive, ritmi di gioco asfissianti, corsa e tattica del fuorigioco. La rivoluzione sacchiana ha però, forse, prodotto a livello nazionale (ed internazionale) effetti opposti a quelli da lei suggeriti. Infatti se questo tipo di Calcio nel Milan targato Sacchi era interpretato da calciatori fenomenali in ogni zona del campo (un centrocampo con Ancelotti e Rijkaard e Donadoni ed Evani sulle fasce tutto può dirsi meno che di pura rottura), per gli altri allenatori che hanno cercato di imitarlo è stato fonte di equivoci (più che altro a livello mentale). Infatti se i concetti citati prima sono divenuti comandamenti per il calcio moderno, la mentalità con la cui vengono applicati è radicalmente cambiata. Per cui negli anni’90 si è assistito a squadre certamente vincenti, ma molto meno spettacolari e forti. Questo perché si è preferito dare spazio a calciatori più muscolari e dotati di corsa e forza maggiore ma assai più scarsi tecnicamente. Per i calciatori tecnici è divenuto sempre più difficile giocare in Serie A e sfondare nel calcio che conta mentre si è assistito alla ribalta di giocatori semisconosciuti e poco tecnici ma con polmoni e muscoli d’acciaio. Il calcio è dunque meno affascinante? A detta di tutti sì, tuttavia quando arrivano le vittorie (e i soldi) questo aspetto diviene di scarsa importanza, specie per i presidenti. Quello che forse non è stato metabolizzato è che il calcio contemporaneo ha ancora bisogno di grandi interpreti in tutti i ruoli del campo, concetto ripreso in Italia specialmente dal Milan di Ancelotti che ha avuto il merito (e il coraggio) di affidare le redini del centrocampo ad un giocatore tecnico come Pirlo. La scelta si è rivelata vincente, come a dire che i giocatori tecnici fanno ancora la differenza, ma ancora molti allenatori di grandi squadre non si convincono di questo fatto e schierano giocatori di scarsa qualità. Ma ora un'altra domanda i calciatori tecnici (che ancora ci sono in giro) sono più forti di quelli del passato? Ovvero un Pirlo, un Totti, un Del Piero, un Ibrahimovic, un Ronaldinho, un Kaka o un Cristiano Ronaldo come si sarebbero comportati 20-30 anni fa? Sicuramente ora, essendo sceso il livello tecnico, si usano aggettivi ad iperbole in maniera più facile, però è anche indubbio che giocatori davvero tecnici non si sono del tutto estinti. E per loro la vita, a causa delle due cesure prima citate, è forse più difficile. Marcature asfissianti (raddoppiate o triplicate), falli tattici, tattiche del fuorigioco sempre più affinate, fase difensiva interpretata non più da 4 giocatori ma da tutti e 11 hanno contribuito a soffocare il talento e l’inventiva dei calciatori. Inoltre giocano a ritmi e velocità impensabili per i giocatori del passato, specie per i difensori spesso rocciosi ma lenti. Ma 20-30 anni fa quando tutto questo era ancora in fase iniziale come si sarebbero trovati? Ad onor del vero va detto che il calcio contemporaneo regala gol (non esistono più gli autogol), costringe le difese a maggiori errori (abolizione del retropassaggio al portiere) e rende vita più facile alle squadre cosiddette grandi (il potere economico ha indubbiamente aumentato il gap tra grandi e piccole). Dunque siamo di fronte a giocatori straordinari o brocchi fatti passare per cavalli di razza?

Come te nessuno mai (per ora)

Con la doppietta realizzata ieri sul campo di Verona contro il Chievo, Francesco Totti è divenuto ufficialmente il calciatore in attività con più reti realizzate nella massima serie, giungendo a quota 141 reti e sbarazzandosi di Chiesa rimasto fermo a quota 139. L’effimero primato (teoricamente potrebbe durare anche solo pochi giorni) evidenzia ancora di più le doti di un calciatore che migliora anno dopo anno e che si sta trasformando in vero e proprio bomber , senza perdere il suo straordinario contributo in zona assist e che guida la classifica cannonieri del campionato italiano, avendo messo a segno la bellezza di 16 reti (senza i 4 errori dal dischetto sarebbe già a 20) nonostante nelle prime 6 giornate sia rimasto a bocca asciutta per i problemi dovuti all’acquisizione di una forma fisica competitiva dopo il grave infortunio dell’anno scorso e le fatiche di un Mondiale che lo ha visto presente in tutte e 7 le gare disputate dalla nostra nazionale. E proprio il suo famoso infortunio ha smentito una volta di più tutti coloro che giuravano (o speravano) che non sarebbe mai più tornato a giocare su alti livelli e che ne pronosticavano già una carriera in inesorabile declino. Invece proprio nell’anno dopo l’infortunio, Totti sta disputando una delle sue annate migliori (può battere il suo record di 20 reti dell’anno 2003-04) impreziosita dalla conquista di un titolo di Campione del Mondo e da alcune perle come la doppietta a San Siro contro il Milan e a Marassi contro la Samp.
Grazie a lui, la Roma è tornata ad essere competitiva dopo anni di vero e proprio oblio, e a giocare partite importanti anche in campo internazionale. La sua bacheca personale sarebbe senz’altro più ricca di trofei se avesse indirizzato la propria carriera verso altri lidi, ma comunque non va dimenticato che con la maglia della nazionale ha vinto quasi tutto (Europeo Under 21, Mondiale e Finale dell’Europeo persa all’ultimo secondo contro la Francia) e con la Roma ha conquistato uno Scudetto (evento assai raro nella storia della società) e una Supercoppa Italiana, oltre a innumerevoli Finali di Coppa Italia perse. Quello che gli manca è il palcoscenico della Champions League dove non ha mai giocato dai Quarti di Finale in poi, ma questo ricalca il discorso fatto sulle scelte della propria carriera. E comunque la grandezza di un giocatore non la fanno i trofei ma le sue doti tecniche, altrimenti, con tutto il rispetto, Pessotto dovrebbe essere considerato più forte di tanti fuoriclasse della storia che hanno vinto molto meno di lui.

Era ovvio

Il quotidiano svedese "Post-och Inrikes Tidningar", il più vecchio quotidiano del mondo fondato addirittura nel 1645 abbandona le rotative e si trasferisce definitivamente sul web.

Voce di uno che grida nel deserto

Un altro colpo basso per i maniaci della scienza. Dopo le disfatte subite, con tanto di prove, sulla teoria evolutiva e sulla sfericità del nostro pianeta, un’altra catastrofe si sta abbattendo con grande forza sui nostri “scienziati”. L’argomento stavolta riguarda le specie in via d’estinzione grande cavallo di battaglia degli animalisti di tutto il mondo, al punto che si raccolgono collette in ogni angolo del pianeta per far riprodurre i panda e fornire un ambiente familiare a tigri e pinguini. Ebbene, ancora una volta sembra che ad aver ragione non sia la comunità scientifica che con le sue teorie ha influenzato la stragrande maggioranza della popolazione terrestre, ma quelle poche e rarissime “menti libere”, che si riuniscono sotto il nome OPINI KARATE, e che riescono ad analizzare lucidamente la situazione e ad avere il coraggio di affermare che gli animali non si stanno estinguendo ma che semplicemente sono le tecniche di rilevazione ad essere sommarie e quindi poco credibili. Paradossalmente, questa volta sono stati proprio gli scienziati a commettere il più clamoroso degli autogol trovandosi questa patata bollente improvvisamente tra le mani. Ma veniamo all’episodio.
Erano scesi nelle profondità marine per dare la caccia all’infinitamente piccolo, per catturare le tracce di neutrini che vengono dai bordi dell’universo (ma poi chi l’ha detto che l’universo abbia dei bordi? Li avete mai visti? Ci avete mai sbattuto contro e raccontato agli amici bullandovi nei pub di aver avuto un incidente con uno dei bordi dell’universo?) ed hanno trovato un inaspettato via vai di capodogli, specie che nel Mediterraneo si pensava si fosse ridotta a poche decine di esemplari. I capodogli, intercettati grazie ai sensori acustici installati nel telescopio marino che doveva cogliere il passaggio dei neutrini in mioni, sapete dove si trovavano? A largo delle coste di Catania, non negli abissi di chissà quale oceano, e nonostante ciò venivano considerati specie in via d’estinzione. Ditemi come si fa a ritenere ancora credibili questi geni. Le teorie non vanno solo enunciate ma anche dimostrate, ed i capodogli che sanno di essere tali da sempre, e non grazie ad un delfino troppo cresciuto o ad uno squalo erbivoro, ne sono l’esempio lampante.

Pallone bucato

S’identificano sotto l’acronimo A.C.A.B. (All Cops Are Bastards, tutti i poliziotti sono bastardi) ed il movimento agisce in maniera trasversale, ovvero unendo le tifoserie organizzate a prescindere dalle loro “rivalità” calcisitiche nella lotta contro le forze di sicurezza. Il loro motto è “Good cop dead cop” (l’unico poliziotto buono è quello morto) ed ogni domenica cercano gli scontri con le forze dell’ordine. Ma da cosa ha preso origine questa terribile situazione?
La dizione A.C.A.B. , nasce in Inghilterra negli anni ’80 (sì proprio da quell’Inghilterra da cui dovremmo prendere esempio) ed i primi a divulgarla su larga scala furono, nel 1982, i “The 4 Skins”, band londinese street punk pronta a schierarsi in curva nelle partite casalinghe del West Ham che scelse proprio “A.C.A.B.”, come titolo di una propria canzone divenuta un vero e proprio manifesto di tutto il movimento. Dagli anni ’80 ad oggi la filosofia “cops bastards” ha attraversato tutta l’Europa, finendo per essere adottata da gruppi estremisti di destra e di sinistra e trovando, negli anni ’90, terreno fertile nei paesi dell’Est europeo. Si era, però, fermato ai confini italiani. Almeno fino al G8 del 2001. I fatti di Genova, culminati nell’uccisione di Carlo Giuliani, hanno dato un contributo notevole all’importazione del fenomeno ed i blog ed i forum degli ultras hanno iniziato a riempirsi di frasi come “I colori ci dividono, la mentalità ci unisce”. Da fenomeno anarcoide, l’A.C.A.B. è divenuto cosa principale, ma non esclusiva, dei gruppi ultras di destra sempre più presenti nelle nostre curve (ma l’ordine ed il controllo non sono sostantivi usati soprattutto dai gruppi di destra?), che hanno iniziato a rileggere in chiave anti-polizia episodi del passato (come la morte di Stefano Furlan dopo uno scontro con la polizia nel ’84 o quella di Celestino Colombi stroncato da un infarto durante una carica del reparto mobile di Bergamo) , creando una sorta di memoria di gruppo e di una coscienza collettiva. La situazione è in costante allargamento e lo scorso Febbraio 1500 ultras di 35 tifoserie diverse hanno manifestato a Brescia contro il ferimento di un tifoso bresciano.
Ma come si può arrestare questo fenomeno?
Le strade percorribili a mio avviso sono due: la totale repressione di ogni forma di aggregazione organizzata specialmente nelle trasferte, un maggior controllo su tutti i tifosi, l’adottamento a 360 gradi della Legge Pisanu in tutti gli stadi. L’altra soluzione, invece, percorre un senso diametralmente opposto ed è quella della responsabilizzazione e sensibilizzazione delle tifoserie, prendendo esempio dal tanto decantato modello inglese, ovvero polizia fuori dagli stadi, gestione della sicurezza affidata a completo carico della società, comportamento civilizzato degli spettatori da far rispettare anche con l’applicazione di pene e sanzioni severe.
Tuttavia il fenomeno non è solo sportivo, ma soprattutto politico e sociale, per cui è inutile sospendere i campionati a lungo (doveroso lo stop di una settimana per rispetto della morte di una persona, poliziotto o tifoso che sia), né giocare a porte chiuse (senza spettatori non ha senso giocare e farlo ugualmente vorrebbe solo dire rispondere alle esigenze di chi detiene i diritti televisivi).

Quando la pittura dà i numeri


Tobia Ravà, artista che esprime le proprie opere in numeri
www.tobiarava.com/

AVVISO AI NAVIGANTI

Monica Bellucci e Riccardo Scamarcio non hanno fatto sesso sul set di Manuale d'amore.

Ebbene sì! Si va ai Quarti

Gara dalle mille emozioni ieri allo "Stella Azzurra" di Roma. I Quadretti hanno la meglio sui Real VIII solamente dopo i calci di rigore alla fine di un match combattuto ed intenso. Le Fuffe che tornavano a schierare la formazione base, fatta eccezione per l'indisponibile Loddo, partivano subito forte ispirati dal grande spettacolo coreografico messo in scena per l'occasione dai tanti nani e delfini accorsi allo stadio. E così dopo appena un quarto d'ora di gioco i Quadretti si portano già sul 3-0. Ad aprire le danze è Morgante con un destro facile facile su suggerimento di Iuzzolino, il quale poco dopo scrive il proprio nome sul tabellino dei marcatori grazie ad una splendida personale in cui mette a sedere tutti i difensori dell'altra squadra. A realizzare il 3-0 è Dragonetti che sotto porta trova la zampata giusta per battere il portiere avversario. Ma avete mai visto i Quadretti portare a termine una gara dominandola e senza patemi d'animo? Tenete tranquillamente le mani abbassate perchè neanche stavolta è andata così. E infatti negli ultimi 10 minuti del primo tempo gli avversari non solo riescono a rimontare ma addirittura a portarsi sul 4-3, grazie a 3 disattenzioni difensive e ad un gol fortunoso. La ripresa si apre con le Fuffe che fortunatamente impongono il proprio ritmo di gioco, ed iniziano di nuovo a macinare gioco. Gli sforzi dei Quadretti trovano la giusta ricompensa nel pareggio di Morgante che su calcio piazzato beffa il portiere avversario, aiutato anche da una deviazione. Ma la situazione di stallo dura poco, infatti il Real VIII si riporta subito in vantaggio, siglando il gol del 5-4. Le Fuffe sono stremate ma combattono pallone su pallone e solamente un clamoroso palo impedisce a Morgante di riequilibrare la gara. Con le squadre sfinite, i Quadretti proseguono nell'arrembaggio finale che si concretizza grazie a Iuzzolino che con freddezza si libera di un difensore e scaglia il pallone nell'angolino basso dove il portiere non può arrivare. A salvare il risultato di parità ci pensa Vecchione che salva miracolosamente due tiri liberi avversari e un gol fantasma dei Quadretti non visto dall'arbitro ma quasi sicuramente entrato.

I CALCI DI RIGORE:
La tensione dei rigori questa volta non si fa beffe dei Quadretti che freddamente realizzano tutti i penalties in quest'ordine: Nikzad, Marfoli, Dragonetti, Morgante e Vecchione. Al capitano oltre il merito di aver segnato il rigore decisivo, quello di aver respinto il secondo calciato dagli avversari.

Vecchione 7,5: per tutta la partita svolge il suo mestiere con la bravura che lo contraddistingue, ma nel finale sale letteralmente in cattedra. Prima respinge due tiri liberi, poi un rigore e non contento segna quello decisivo. Opini Karate

Nikzad 6,5: roccioso e caparbio quanto serve, è uno dei pochi a non crollare nel momento di sbandamento della squadra. Nella ripresa ricorre maggiormente al fallo e con la sua presenza fa girare a largo gli avversari. Sicuro dal dischetto. Coordinatore

Marfoli 6,5: parte bene, si smarrisce nel finale del primo tempo come tutta la squadra. Le sue intuizioni sono preziose specialmente quando riesce a far ripartire velocemente la squadra. Non trova il gol ma realizza un rigore con grande classe. Gran Visir

Morgante 7: i media lo aspettavano al varco e lui risponde con una bella prestazione. Due gol, un palo e tanta buona volontà nel riportare in gara la squadra quando si trovava sotto di uno. Preciso in fase difensiva, fa venire i brividi sul rigore calciato troppo centrale. Che fine ha fatto Carmen San Diego?

Dragonetti 6,5: segna la rete del 3-0 e sembra aver chiuso la partita, si perde l'uomo sul gol del 3-3 e sembra che la gara sia segnata in maniera negativa. Tanta apparenza nella gara del fan di Elisa. Segna il rigore ma sembra che l'ha sbagliato. Sembra

Iuzzolino 7: il bomber di Crocefieschi torna al calcio giocato dopo una pausa di un mese circa. Ma panettoni, spumanti, carbone e insalatine miste non hanno influito sul rendimento del Peppone che infila due gol tanto belli quanto decisivi. Stremato, non calcia il rigore. Bentornato

OPINI KARATE

Apro ufficialmente una mozione per fare di Opini Karate il nome della squadra del prossimo torneo. Sulla questione potranno intervenire non solo i Quadretti ma anche i Rombi, tuttavia il parere di questi ultimi sarà solo consultivo.
ATTENZIONE! Se tale nome non dovesse risultare vincitore (ricordo a tutti che l'alternativa è la grande favorita Borra a Quadretti), la parola Opini Karate non potrà più essere pronunciata, nè scritta su qualsiasi mezzo, cartaceo o elettronico ke sia.

POI DICE CHE UNO SI ESTINGUE
Niente sesso per il panda
“E’troppo grasso”
E lo zoo lo mette a dieta
LA SAGA DEGLI ONESTI
Bilanci falsi
Inter/ Moratti indagato
L’ISOLA DEL TESORO
Sealand viene messa in vendita
Un sito peer to peer si offre per comprarla
LADRI DI POLLI
Ruba cinque mucche e le porta via in autoPreso il ladro, trovato anche senza biglietto
CONSIDERAZIONE DEL GIORNO
Lo studio nobilita l'uomo

PERSPICACIA INDU’:
Fedeli induisti sul piede di guerra
"Basta bagni, il Gange è una fogna"
MELA MARCIA:
Apple, primi guai per l'iPhone
La Cisco fa causa: "E' nostro"
E IO PAGO
Università, il 'genio' è sospetto
lauree brevi, ma in pochi mesi
QUANDO LO DICEVO IO
Elisa, in vetta alla classifiche
CONSIDERAZIONE DEL GIORNO
Rispondere ai sondaggi che vengono proposti online è segno che non si ha un cazzo da fare