Ma allora è proprio vero

Venerdì scorso presi la decisione di raggiungere gli amici della mia parrocchia al classico ritiro di fine anno svoltosi quest'anno a Carpignano in provincia di Avellino. Per arrivare in loco dovevo prendere una corriera che da Roma Tiburtina mi avrebbe catapulatato nei pressi del paesino nel giro di tre ore e un quarto. Unico dubbio al telefono mi avevano detto che la corriera partiva alle 7 30 di mattina mentre sul sito Internet venivano indicate le 10 come orario di partenza. Decidendo di affidarmi ai rapporti umani più che alle comunicazioni elettroniche, mi incamminai a prendere il trenino delle 6 30 accettando la beffa di aver rinunciato invano a 3 preziose ore di sonno. La paura divenne terrore quando messo il piede alla stazione di Lido Centro incontrai Daidone. Sì proprio lui, l'uomo che trasferisce un'aura negativa alle peersone che lo circondano. Nel viaggio fino a Piramide, per forza di cose, sono costretto a parlargi della mia meta, ma arrivato al capolinea decido di proseguire fino a Tiburtina, nonostante in cuor mio già sapevo che potevo tranqullamente tornare indietro ad Ostia. Incredibilmente la corriera parte nell'orario riferitomi via cavo. Vuoi vedere che le leggende sul Daidone non sono vere?- mi chiedevo davanti al mio bicchiere di sambuca mattutino. Il dubbio non fa in tempo a palesarsi nella mia mente che all'imbocco della Roma-Napoli, il pullmani si guasta per un surriscaldamento della temperatura dell'acqua e dobbiamo attendere 50 minuti in attesa della vettura di sostituzione. La vicenda non mi colse affatto di sorpresa, e le cose tornarono a prendere il loro naturale verso

Robin Hood


Anno 1973
Durata 83
Origine USA
Colore C
Genere ANIMAZIONE
Specifiche tecniche 35 MM, TECHNICOLOR
Tratto da ISPIRATO AI PERSONAGGI DI KEN ANDERSON
Produzione WALT DISNEY PICTURES
Distribuzione CIC

Regia
Wolfgang Reitherman
Soggetto
Ken Anderson
Larry Clemmons
Sceneggiatura
Frank Thomas
Julius Svendsen
Dave Michemer
Vance Gerry
Eric Cleworthy
Musiche
George Bruns
Floyd Huddleston
Johnny Mercer
Montaggio
Tom Agosta
Jim Melton
Scenografia
Don Griffith
Effetti
Jack Buckley
Dan MacManu

Il capolavoro della Disney in questo cartone-animato è quello di aver inserito, oltre ai personaggi della leggenda di Robin Hood, la voce narrante interpretata dal Cantagallo. Chi non ha mai sognato, girare per la città, schitarrando con la serenità e la fermezza di questo personaggio? E'lui il vero protagonista della storia, che con mirabili canzoni descrive lo svolgimento della storia dall'abbrivio all'epilogo. Ed allora diviene necessario ed indispensabile rendere omaggio a Gianni Marzocchi. A chi?- vi starete chiedendo mentre sorseggiate il vostro Irish Coffee quotidiano. Ebbene sì proprio a lui, a Gianni Marzocchi, doppiatore italiano del nostro Cantagallo (propongo i Cantagalli tra i nomi papabili per il prossimo torneo). Deceduto nel 1988, Gianni Marzocchi ha incantato intere generazioni con lo charme della sua voce.

Personaggio Attore Doppiatore Note
Fra Tac
Manlio De Angelis
Il Gallo
Gianni Marzocchi
Lady Cocca
Lidia Simoneschi
Lady Marian
Micaela Carmosino
Little John
Pino Locchi
narratore
Giorgio Piazza
principe Giovanni
Antonio Guidi
Robin Hood
Pino Colizzi
sceriffo di Nottingham
Carlo Romano
Sir Biss
Sergio Tedesco

Brighenti, chi era costui?

Dal Corriere dello Sport di ieri, leggo un articolo su tal Sergio Brighenti. Attaccante, classe 1932, sembra aver dovuto chiudere la sua carriera calcistica a causa di pressioni ricevute per non creare problemi al ben più noto Omar Sivori. Brighenti inizia a mostrare le sue qualità con la maglia del Padova quando in 3 stagioni ('57-58, '58-'59 e '59-'60) realizza 50 reti e conduce i bianco-scudati ad un terzo, un settimo e un quinto posto nella massima serie. Nella stagione '60-'61, il Brighenti viene acquistato dalla Sampdoria dove con 27 reti in 33 partite si laurea capocannoniere del Campionato e guidando la propria squadra al quarto posto. Le prestazioni dell'attaccante non fanno rimanere indifferente il ct della nazionale G. Ferrari che lo convoca per 9 partite, dove la punta realizza due reti e si guadagna la fascia di capitano nella gara amichevole contro l'Argentina del 15 Giugno 1961. Ad un anno dai mondiali del Cile (1962), l'Italia sembra aver trovato una nuova stella ma all'improvviso tutto svanì. Nel Campionato '60-'61, infatti Juve e Inter si giocavano lo scudetto e nello scontro diretto fu assegnata la vittoria all'Inter a tavolino per un'invasione campo dei tifosi bianconeri. Nulla di strano se non per il fatto che per motivi oscuri, la Figc si rimangiò la decisione, stabilendo di far ripetere la gara a fine campionato. La partita fu così ripetuta, ma ormai la sua valenza era meno di zero, in quanto anche in caso di sconfitta la Juve avrebbe vinto lo scudetto. Così per protesta l'Inter schierò la squadra Primavera. La gara finì 9-1 per la Juve, con Sivori che realizzò ben 6 reti. E qui si chiuse la carriera di Brighenti. Infatti con quelle 6 reti, Sivori arrivò a 25 gol in 27 gare e per la miglior differnza reti-gare rispetto a Brighenti vinse tutti i premi individuali, incluso il Pallone d'Oro. Il povero Sivori ovviamente non aveva colpe, ma la Figc per paura che Brighenti potesse avere qualche tipo di ripercussione su di lui decise di non convocarlo più in nazionale, rinunciando ad uno dei migliori bomber italiani in circolazione e negandogli la partecipazione ai Mondiali del '62.
Unico gesto di consolazione per il Brighenti arrivò dall'avvocato Agnelli che gli regalò la copia di tutti i premi vinti quell'anno da Sivori

Il Codice..... Gianduiotto

Per tutti coloro che hanno letto (e non gradito) il best seller di Dan Brown ma anche per tutti coloro che lo hanno apprezzato o addirittura non letto, segnalo questa divertente parodia di Bruno Gambarotta, celebre umorista torinese. Il libro ripercorre in chiave umoristica il percorso intrapreso dai protagonisti del libro di Dan Brown alla scoperta del mistero che avvolge il Sacro Graal e l’ordine dei Templari. Ma con qualche alternativa ben diversa. E per i più golosi molto gradita. E così sfogliando le pagine del libro ci si può imbattere in personaggi come il Gran Maestro della Confraternita del Gianduiotto che incontra il Gran Maestro della Confraternita delle Merendine. La domanda base del “Codice Gianduiotto” è: il prezioso e prelibato cioccolatino torinese ha a che fare in qualche modo con Leonardo Da Vinci e con la sua Gioconda?

La Confraternita del Gianduiotto è stata proclamata ufficialmente nel 1808. Secondo un verbale segreto che all'Archivio Storico della città di Torino mostrano a cani e porci, ne facevano parte praticamente tutti gli uomini che hanno fatto il Risorgimento, a partire da Cavour fino all'ultimo degli uscieri di Palazzo Carignano. Unica eccezione il Re Carlo Felice il quale, quando gli fecero la proposta di entrare a farne parte, rispose con una frase passata in proverbio. Disse: Non voglio fare la figura del cioccolataio!. Questa, potremmo dire, la sintesi dell'antefatto; riassumere il fatto non è altrettanto facile! Il perché di questa difficoltà possiamo in parte trovarla nelle pagine finali, quando l'autore Bruno Gambarotta fa, come d'uso, i suoi ringraziamenti, uno dei quali rivolto a Dan Brown, autore del "Codice da Vinci" e recita così: Ringrazio Dan Brown per avermi generosamente offerto il canovaccio per questo romanzo e per aver dimostrato che non c'è limite per chi le spara più grosse.

12 ORE

Sabato scorso presso il campo di calcetto di Santa Monica si è rinnovata la ormai pluridecennale tradizione della 12 ore di Calcetto. 40 giocatori divisi in due squadre da 20 si sono sfidati in una estenuante gara dalle 8:10 alle 20:10. Ogni 20 minuti entrambe le squadre cambiavano il proprio quintetto, consentendo a tutti almeno 40 minuti di meritato riposo. La gara conclusasi su qualcosa come 87 a 86, è proseguita anche nelle ore di punta del caldo torrido che Sabato è sceso sul campo di cemento rendendo la sfida ancora più estrema e affaticante. Ricchi premi e cotillons per tutti i partecipanti, dal più bravo alla più sega in una gara che per sua natura inverte i valori dei giocatori, trasformando un manipolo di scudieri in eroi di giornata e rappresentando un forte momento aggregativo tra musica (fornita da Vinz) e cazzeggio.

Stelle cadenti

La vittoria dell’Italia verrà ricordata anche per essere una delle poche nella storia dei Mondiali a non essere avvenuta per il talento di un giocatore ma per le prestazioni del gruppo. Tuttavia anche nelle altre squadre le “stelle” o presunte tali, hanno tutt’altro che brillato.

Michael Ballack (la Germania arriva in Semifinale con un gioco a tratti spumeggiante ma di lui non ci sono tracce. Salta la prima gara per infortunio, ma nessuno si accorge del suo rientro. La decisione di andare a giocare in Inghilterra, l’aveva già reso antipatico ai suoi connazionali, ora faticherà non poco a ritrovare l’affetto di prima)

David Beckham (l’Inghilterra doveva essere la squadra rivelazione del torneo, ma si ritrova ad essere fuori dal torneo già ai Quarti. Oltre alle scelte discutibili di Eriksson, gli inglesi pagano l’assenza di un vero leader. Il capitano gioca un Mondiale mediocre, illuminato fiocamente dalla punizione che regala il gol partita contro l’Ecuador e la qualificazione ai Quarti)

Zlatan Ibrahimovic (un giornalista italiano lo definì un po’ Van Basten, un po’ Pacione. In questi Mondiali, come in tutta l’annata in bianconero, ci ha mostrato solamente la sua seconda parte. Non segna neanche a pagarlo, irretisce il pubblico con una serie di giochetti inutili. Gioca solo contro Trinidad e la Germania, nelle gare in cui la Svezia fallisce. Senza di lui, i suoi compagni conquistano la qualificazione agli Ottavi)

Juan Roman Riquelme (Pekerman punta tutto su di lui, costruendogli una squadra intorno e lasciando a casa Veron. Da sempre gli argentini sono divisi su chi lo ama e chi lo odia, calcisticamente parlando, in questo Mondiale sembrano avere ragione i secondi. Brilla nel 6-0 contro la Serbia, per poi sparire partita dopo partita. Contro il Messico, l’Argentina rischia di andare fuori e nel big match contro la Germania la sua presenza è impalpabile)

Didier Drogba (doveva essere la rivelazione del torneo, il centravanti che avrebbe guidato la Costa d’Avorio ad uno storico traguardo. Segna nella prima gara contro l’Argentina una rete peraltro inutile, con l’Olanda non tocca una biglia per poi saltare per squalifica l’unica gara vinta dai suoi compagni. Verrà ricordato per la sua simpatica esultanza nell’inutile gara con la Serbia)

Dejan Stankovic (l’eterna promessa fallisce ancora. La sua Serbia, inserita in un girone durissimo, realizza zero punti. Di lui non si ricorda neanche una giocata, è il classico giocatore da Inter, cioè mai decisivo. Con lui in campo gli avversari possono stare tranquilli, fa più fumo di un incendio in pieno estate, ma non ci cuoci neanche un petto di pollo influenzato)

Ruud Van Nisterlooy (gli olandesi aspettano ancora il nuovo Van Basten e dovranno attendere ancora a lungo. Lo stesso Cigno di Utrecht se ne accorge, lasciandolo in panchina negli Ottavi contro il Portogallo, anche sotto di un gol e con un uomo in più. Nelle grandi competizioni ha sempre fallito, in questo Mondiale lascia il segno solo nella gara contro la Costa d’Avorio)

Deco (è la brutta copia del giocatore vincitore di due delle ultime quattro Champions League e finalista agli Europei del 2004. Decisivo nella gara contro l’Iran dove realizza una delle più belle reti del Mondiale, sparisce nel momento clou della manifestazione. Negli Ottavi contro l’Olanda, pensa solo a picchiare rimediando una più che meritata espulsione, salta i Quarti per squalifica e torna nella Semifinale contro la Francia, dove viene surclassato da Vieira e Makelele)

Cristiano Ronaldo (è l’essenza dell’inutilità. Un funambolo impazzito, che quando s’impossessa del pallone non lo lascia più sino a portarselo puntualmente fuori dal rettangolo di gioco. A volte con le sue finte inganna addirittura se stesso, e quando vede un compagno libero lo serve solamente dopo aver fatto rientrare tutta la difesa per fare un doppio passo davanti le telecamere)

Figo (i portoghesi aspettano ancora una vittoria dai ragazzi della sua generazione, che però ormai sono diventati vecchi senza aver vinto nulla e perdendo un Europeo in casa contro la Grecia. Non ha più lo smalto dei tempi migliori e si vede. La sua grande tecnica gli permette di saltare sempre l’uomo, ma in velocità viene puntualmente recuperato. Contro la Francia si mangia un gol già fatto, confermando il ruolo di eterna incompiuta del Portogallo)

Francesco Totti (torna dopo un infortunio di 3 mesi, giocando con una placca di ferro nella gamba infortunata. Lippi premia i suoi sforzi e lo schiera sempre da titolare, ad eccezione della gara contro l’Australia dove paradossalmente risulta decisivo. Fino ai Quarti di Finale bene o male se la cava, in virtù della sua immensa classe e della pochezza degli avversari. In Semifinale parte molto bene, per poi eclissarsi costantemente. In Finale contro la Francia è nullo, a causa dei 120 minuti contro la Germania e del suo precario stato di forma, fa bene Lippi a sostituirlo anche se con la sua uscita la Francia ci mette sotto, potendo contare sull’apporto dei 2 centrocampisti centrali sino a quel momento bloccati a uomo su di lui. Torna comunque da Campione del Mondo)

Pavel Nedved (dopo aver abbandonato la nazionale, torna appositamente per disputare questo Mondiale. Fallisce clamorosamente, come tutti i suoi compagni, l’appuntamento con questa manifestazione. E’lontano parente del giocatore ammirato per anni nei nostri stadi)

Kaka (è una delle poche stelle che in questo Mondiale riesce a brillare di luce propria. Tiene a galla il Brasile fino ai Quarti. Meraviglioso il suo gol contro la Croazia, strabilianti le sue accelerazioni contro l’Australia, splendidi i suoi assist contro il Ghana. Si smarrisce nella gara contro la Francia, dove paga l’assenza della protezione di Emerson e un fastidioso affaticamento muscolare)

Ronaldinho (la maledizione del Pallone d’Oro colpisce ancora. Lo straordinario talento brasiliano non ha giocato in questi Mondiali, non perché non sia mai sceso in campo ma perché non si è mai visto. Fallisce clamorosamente nella rassegna calcistica più importante dopo un’annata strepitosa con il Barcellona. A causa sua la Nike perde tutti gli investimenti di marketing fatti negli ultimi 4 anni)

Ronaldo (nelle prime due partite è uno spettatore con il lusso di non pagare il prezzo del biglietto e di camminare in campo a fianco dei propri idoli. Contro Giappone e Ghana torna ad essere il Fenomeno, realizzando 3 reti e guadagnandosi il premio di miglior cannoniere della storia dei Mondiali, superando Muller. Nei Quarti ritrova l’incubo Francia ed esce a testa bassa dalla competizione)

Adriano (l’Inter lo ha reso un giocatore triste e svogliato. I tifosi brasiliani ne invocano la sostituzione con Juninho Pernambucano già dalla prima gara. Segna due gol, di cui una in netto fuorigioco ma è sempre lontano dalla manovra e avulso dal gioco. Non trova l’armonia con i compagni e alla fine risulta peggiore del peggior Ronaldo)

Zinedine Zidane (torna in nazionale per concludere la carriera in un Mondiale. Nella prima fase gioca male e salta per squalifica la gara decisiva con il Togo. Negli Ottavi con la Spagna, inizia ad incantare realizzando anche una rete, per poi arrivare all’apice del suo Mondiale nella gara con il Brasile dove il brasiliano lo fa lui. Decisivo nella Semifinale con il Portogallo, conduce la Francia ad un’insperata Finale, dove prima realizza un rigore con un similcucchiaio e poi rovina la sua carriera con una testata a Materazzi)

Tierry Henry (strepitoso con l’Arsenal, un po’ meno in questi Mondiali. Realizza 3 reti, tiene a galla la Francia nel primo girone e si prende il lusso di eliminare il Brasile con una sua rete nei Quarti. Nonostante ciò non gioca ai suoi livelli pur essendo una delle poche star a confermare la propria fama)

Raul (utilizzato poco da Aragones, non è più il trascinatore di una volta. La Spagna si affida a nuovi volti e punta su di lui solo nei momenti difficili, segna solo contro la Tunisia e fallisce negli Ottavi contro la Francia, dove pur partendo con i favori del pronostico si fa buttare fuori dal Mondiale)

Andriy Shevchenko (raggiunge un traguardo storico, guidando la sua nazionale fino ai Quarti di Finale. S’inchina davanti all’Italia e gioca molto male anche a causa dell’infortunio di fine stagione. Con la testa già a Londra, ha perso un’occasione per vivere un Mondiale da protagonista specie nella prima parte quando gli avversari erano abbordabilissimi)


Emozioni Mondiali

Ruolo per ruolo i migliori del Mondiale e la top 11

Portieri:

1 Buffon
2 Ricardo
3 Zuberbulher

Difensori:
1 Cannavaro
2 Grosso
3 Materazzi

Centrocampisti:
1 Gattuso
2 Maxi Rodriguez
3 Pirlo

Attaccanti:
1 Klose
2 Henry
3 Torres

Allenatore:
1 Lippi
2 Klinsmann
3 Scolari

Modulo (4-3-3)

Buffon
Zambrotta
Cannavaro
Materazzi
Grosso
Pirlo
Gattuso
Maxi Rodriguez
Torres
Klose
Henry

All. Lippi

Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo. E sono Quattro!

Ce l’abbiamo fatta. Finalmente dopo 24 anni torniamo ad essere i padroni del Mondo. Più forti di tutto, più della nostra tradizionale sfiga ai rigori, più della stanchezza accumulata nelle precedenti battaglie, più del rigore a freddo di Zidane (chissà che avrebbero detto se fossero stati altri a dare quella testata, peraltro non la prima in carriera), più di Calciopoli, più degli infortuni e delle squalifiche. GRAZIE RAGAZZI!!!

E’, senza retorica, la vittoria di tutti, dello straordinario gruppo formato da Lippi, dalla stoica difesa, al solido centrocampo, dal polivalente attacco ai panchinari pronti ad entrare e ad onorare sempre la causa.

La vendetta è consumata, la Francia è battuta, la Coppa è nostra. Ora possiamo davvero dirlo, siamo Campioni del Mondo

The Last Battle

Ci siamo. Domenica a Berlino alle ore 20 Italia- Francia si giocheranno la Finale del Campionato Mondiale 2006. Le due squadre che teoricamente si sarebbero dovute affrontare ai Quarti di Finale di questa competizione, arrivano a questa gara dopo aver affrontato percorsi opposti. Gli azzurri dopo aver facilmente vinto il proprio girone (eccetto la battuta d’arresto contro gli Usa), hanno avuto un percorso agevole negli Ottavi e nei Quarti e sono arrivati alla Semifinale contro la Germania nelle condizioni psico-fisiche ottimali tanto da mantenere lucidità anche nei tempi supplementari dove in mezz’ora hanno segnato due reti e colpito altrettanti pali. Le difficoltà per l’Italia finora sono state più quelle legate agli infortuni e alle squalifiche che quelle incontrate per lo spessore degli avversari. L’infortunio di Nesta è stato senza dubbio un duro colpo (soprattutto per le eccezionali prestazioni fatte vedere dal difensore rossonero nelle prime gare del mondiale) a cui si è aggiunta la squalifica di Materazzi (per un turno, contro l’Ucraina) e quella di De Rossi (4 turni di stop per il suo folle gesto contro gli Usa). Inoltre, Totti reduce da uno stop di 3 mesi, pur godendo della fiducia di tutto il gruppo non ha ancora giocato ai livelli che gli competono. Le note positive sono invece arrivate dall’intero reparto difensivo e da Gattuso, straordinario per grinta e corsa in tutte le gare. Tutto ciò ha portato l’Italia a subire solamente un gol e peraltro su autorete. Altra nota positiva è la forza del gruppo, simboleggiata dal fatto che l’Italia ha mandato in rete ben 10 giocatori diversi, record assoluto nella storia dei mondiali. La Francia, invece, dopo un avvio stentato (due pareggi striminziti con Svizzera e Corea) in cui ha rischiato di non qualificarsi neppure per gli Ottavi, si è scatenata, ritrovando convinzione nei propri mezzi e riportando l’entusiasmo negli spogliatoi. Se la vittoria sul Togo è stata abbastanza scontata, dagli Ottavi alle Semifinali i galletti hanno mietuto vittime illustri. Spagna, Brasile e Portogallo in rapida sequenza si sono dissolte di fronte ad un rigenerato Zidane e a un cinico Henry. L’impresa è costata però tanta fatica, soprattutto in virtù del fatto che Domenech ha attuato uno scarso turn over, mettendo in campo sempre gli stessi giocatori e lasciando a Trezeguet solo due spezzoni di gare nel girone.

In una gara del girone i pronostici possono essere ribaltati da episodi, ma in linea di massima l’Italia è leggermente favorita anche se i francesi sognano di emulare le nostre gesta ai mondiali di Spagna’82

Precedenti ai Mondiali:

Quarti di Finale, Francia 1938: Italia- Francia 3-1

Gruppo 1, Argentina 1978: Italia- Francia 2-1

Ottavi di Finale, Messico 1986: Francia- Italia 2-0

Quarti di Finale, Francia 1998: Francia- Italia 0-0 (d.t.s., poi 4-3 ai rigori)

Finali Azzurre:

Finale, Italia 1934: Italia- Cecoslovacchia 2-1 (d.t.s.)

Finale, Francia 1938: Italia- Ungheria 4-2

Finale, Messico 1970: Brasile- Italia 4-1

Finale, Spagna 1982: Italia- Germania Ovest 3-1

Finale, Usa 1994: Brasile- Italia 0-0 (d.t.s., poi 3-2 ai rigori)

Un'Italia con un cuore Grosso

Un’Italia da sogno conquista per la sesta volta nella sua storia l’accesso alla Finale della Coppa del Mondo. Gli azzurri, autori di una prestazione da favola, hanno superato per 2-0 la Germania dopo una gara combattuta, conclusasi solamente dopo i tempi supplementari. Nessuna sorpresa nella formazione iniziale dell’Italia che si schiera con gli stessi uomini e lo stesso modulo della gara vincente con l’Ucraina, eccezion fatta per il ritorno di Materazzi al posto di Barzagli. Partono bene gli uomini di Lippi che s’impossessano subito del controllo del gioco e guadagnano una lunga serie di calci d’angolo. La prima vera occasione del match capita sui piedi di Perrotta che imbeccato da Totti, spreca il possibile vantaggio davanti al portiere Lehmann. La Germania non sta a guardare e tenta di perforare in contropiede la nostra sublime difesa, che rischia di affondare solamente su un tiro di Schneider di poco alto sulla traversa. Il secondo tempo inizia con i tedeschi più aggressivi, alla ricerca della rete del vantaggio. Sulla loro strada trovano però un miracoloso Buffon (migliore in campo) che sventa tutte le conclusioni degli avversari, superandosi per ben due volte su Podolski. La straordinaria forza del nostro reparto difensivo riesce a farci superare indenni il momento di crisi e a tenerci ancora in partita. A 20 minuti dal termine dei tempi regolamentari, Lippi sostituisce un isolato Toni con Gilardino. La mossa non cambia però la situazione di stallo della gara con le due squadre si equivalgono ed i tempi supplementari a decidere il nome della prima finalista. Lippi effettua allora un altro cambio, inserendo Iaquinta per un opaco Camoranesi. Questa volta la mossa sembra rivitalizzare l’Italia che nei primi 3 minuti del primo tempo supplementare affonda sulla fascia presidiata dal neoentrato e coglie due clamorosi legni. Il primo con Gilardino, che dopo una grandiosa giocata personale coglie il palo, il secondo con Zambrotta che da fuori area timbra la traversa. La Germania sembra scossa ma non molla ed anzi allo scadere del primo extratime, dopo l’ingresso di Del Piero per uno spompato Perrotta, fallisce una clamorosa occasione con Podolski. Il secondo tempo supplementare regala molte meno emozioni del primo, con le due squadre in attesa dei fatidici calci di rigore, e con Del Piero che non perde l’occasione per farsi maledire da mezza Italia fallendo due buone occasioni, ma ad un minuto e mezzo dal termine accade l’inverosimile. Pirlo liberato in area dagli sviluppi di un calcio d’angolo, preferisce servire Grosso anzichè tirare, il laterale palermitano di prima intenzione calcia di sinistro sul palo opposto, imponendo al pallone una traiettoria a giro imprendibile per Lehmann. E’l’apoteosi. Ma non finisce qui, non passa neanche un minuto che l’Italia recupera palla e mette in atto un micidiale contropiede finalizzato finalmente da Del Piero su assist di Gilardino.

Domenica alle ore 20 ci si gioca il Mondiale con la vincente di Portogallo-Francia.

Final Four

Quattro squadre in lizza per la conquista di un sogno, un continente che afferma la sua superiorità sul resto del mondo, 92 giocatori alla caccia di un’emozione indelebile per tutta la vita. Il Mondiale entra nella sua fase calda, da Martedì iniziano le Semifinali.

Germania- Italia (le due squadre d’Europa più blasonate, si giocano l’accesso alla Finale, in una gara che rappresenta la storia del calcio. I tedeschi, padroni di casa, vogliono vendicare le sconfitte del ’70 e dell’82, gli azzurri vogliono ripetere quelle imprese per confermare la tradizione che li vuole in finale ogni 12 anni. La gara è aperta a qualsiasi tipo di risultato sarà decisa dal colpo di qualche campione. Vincerà chi saprà reggere la pressione ed interpretare la partita in ogni sua sfaccettatura, mantenendo la concentrazione alta per tutti i minuti di gioco. Siamo leggermente favoriti, ma la Germania avrà dalla sua il tifo (e speriamo solo quello) e la voglia dei suoi giocatori di dimostrarci la loro forza dopo il 4-1 di Firenze)

Precedenti al Mondiale:

Gruppo II, Cile 1962: Italia- Germania Ovest 0-0

Semifinali, Messico 1970: Italia- Germania Ovest 4-3 (d.t.s.)

Turno Semifinale, Argentina 1978: Italia- Germania Ovest 0-0

Finale, Spagna 1982: Italia- Germania Ovest 3-1

Portogallo- Francia (è una Semifinale a sorpresa soprattutto per la presenza del Portogallo ma anche per quella della Francia dopo la disastrosa partenza in questo Mondiale. La squadra di Scolari ha avuto molta fortuna nei Quarti, mentre il percorso della Francia si sta trasformando in una cavalcata vincente in stile Italia a Spagna’82. A spuntarla dovrebbe essere il Portogallo, che vuol vendicare la sconfitta in semifinale con i Blues ad Euro 2000, ma la Francia mi ha già smentito negli Ottavi e nei Quarti. Zidane è in condizione strepitosa, ha trascinato la Francia nella vittoria contro il superfavorito Brasile e non dimentichiamoci della presenza in panchina di un certo Trezeguet, ma Scolari dopo il Mondiale 2002 ed Euro 2004, sogna un’altra finale)

Nessun precedente al Mondiale