Stelle cadenti

La vittoria dell’Italia verrà ricordata anche per essere una delle poche nella storia dei Mondiali a non essere avvenuta per il talento di un giocatore ma per le prestazioni del gruppo. Tuttavia anche nelle altre squadre le “stelle” o presunte tali, hanno tutt’altro che brillato.

Michael Ballack (la Germania arriva in Semifinale con un gioco a tratti spumeggiante ma di lui non ci sono tracce. Salta la prima gara per infortunio, ma nessuno si accorge del suo rientro. La decisione di andare a giocare in Inghilterra, l’aveva già reso antipatico ai suoi connazionali, ora faticherà non poco a ritrovare l’affetto di prima)

David Beckham (l’Inghilterra doveva essere la squadra rivelazione del torneo, ma si ritrova ad essere fuori dal torneo già ai Quarti. Oltre alle scelte discutibili di Eriksson, gli inglesi pagano l’assenza di un vero leader. Il capitano gioca un Mondiale mediocre, illuminato fiocamente dalla punizione che regala il gol partita contro l’Ecuador e la qualificazione ai Quarti)

Zlatan Ibrahimovic (un giornalista italiano lo definì un po’ Van Basten, un po’ Pacione. In questi Mondiali, come in tutta l’annata in bianconero, ci ha mostrato solamente la sua seconda parte. Non segna neanche a pagarlo, irretisce il pubblico con una serie di giochetti inutili. Gioca solo contro Trinidad e la Germania, nelle gare in cui la Svezia fallisce. Senza di lui, i suoi compagni conquistano la qualificazione agli Ottavi)

Juan Roman Riquelme (Pekerman punta tutto su di lui, costruendogli una squadra intorno e lasciando a casa Veron. Da sempre gli argentini sono divisi su chi lo ama e chi lo odia, calcisticamente parlando, in questo Mondiale sembrano avere ragione i secondi. Brilla nel 6-0 contro la Serbia, per poi sparire partita dopo partita. Contro il Messico, l’Argentina rischia di andare fuori e nel big match contro la Germania la sua presenza è impalpabile)

Didier Drogba (doveva essere la rivelazione del torneo, il centravanti che avrebbe guidato la Costa d’Avorio ad uno storico traguardo. Segna nella prima gara contro l’Argentina una rete peraltro inutile, con l’Olanda non tocca una biglia per poi saltare per squalifica l’unica gara vinta dai suoi compagni. Verrà ricordato per la sua simpatica esultanza nell’inutile gara con la Serbia)

Dejan Stankovic (l’eterna promessa fallisce ancora. La sua Serbia, inserita in un girone durissimo, realizza zero punti. Di lui non si ricorda neanche una giocata, è il classico giocatore da Inter, cioè mai decisivo. Con lui in campo gli avversari possono stare tranquilli, fa più fumo di un incendio in pieno estate, ma non ci cuoci neanche un petto di pollo influenzato)

Ruud Van Nisterlooy (gli olandesi aspettano ancora il nuovo Van Basten e dovranno attendere ancora a lungo. Lo stesso Cigno di Utrecht se ne accorge, lasciandolo in panchina negli Ottavi contro il Portogallo, anche sotto di un gol e con un uomo in più. Nelle grandi competizioni ha sempre fallito, in questo Mondiale lascia il segno solo nella gara contro la Costa d’Avorio)

Deco (è la brutta copia del giocatore vincitore di due delle ultime quattro Champions League e finalista agli Europei del 2004. Decisivo nella gara contro l’Iran dove realizza una delle più belle reti del Mondiale, sparisce nel momento clou della manifestazione. Negli Ottavi contro l’Olanda, pensa solo a picchiare rimediando una più che meritata espulsione, salta i Quarti per squalifica e torna nella Semifinale contro la Francia, dove viene surclassato da Vieira e Makelele)

Cristiano Ronaldo (è l’essenza dell’inutilità. Un funambolo impazzito, che quando s’impossessa del pallone non lo lascia più sino a portarselo puntualmente fuori dal rettangolo di gioco. A volte con le sue finte inganna addirittura se stesso, e quando vede un compagno libero lo serve solamente dopo aver fatto rientrare tutta la difesa per fare un doppio passo davanti le telecamere)

Figo (i portoghesi aspettano ancora una vittoria dai ragazzi della sua generazione, che però ormai sono diventati vecchi senza aver vinto nulla e perdendo un Europeo in casa contro la Grecia. Non ha più lo smalto dei tempi migliori e si vede. La sua grande tecnica gli permette di saltare sempre l’uomo, ma in velocità viene puntualmente recuperato. Contro la Francia si mangia un gol già fatto, confermando il ruolo di eterna incompiuta del Portogallo)

Francesco Totti (torna dopo un infortunio di 3 mesi, giocando con una placca di ferro nella gamba infortunata. Lippi premia i suoi sforzi e lo schiera sempre da titolare, ad eccezione della gara contro l’Australia dove paradossalmente risulta decisivo. Fino ai Quarti di Finale bene o male se la cava, in virtù della sua immensa classe e della pochezza degli avversari. In Semifinale parte molto bene, per poi eclissarsi costantemente. In Finale contro la Francia è nullo, a causa dei 120 minuti contro la Germania e del suo precario stato di forma, fa bene Lippi a sostituirlo anche se con la sua uscita la Francia ci mette sotto, potendo contare sull’apporto dei 2 centrocampisti centrali sino a quel momento bloccati a uomo su di lui. Torna comunque da Campione del Mondo)

Pavel Nedved (dopo aver abbandonato la nazionale, torna appositamente per disputare questo Mondiale. Fallisce clamorosamente, come tutti i suoi compagni, l’appuntamento con questa manifestazione. E’lontano parente del giocatore ammirato per anni nei nostri stadi)

Kaka (è una delle poche stelle che in questo Mondiale riesce a brillare di luce propria. Tiene a galla il Brasile fino ai Quarti. Meraviglioso il suo gol contro la Croazia, strabilianti le sue accelerazioni contro l’Australia, splendidi i suoi assist contro il Ghana. Si smarrisce nella gara contro la Francia, dove paga l’assenza della protezione di Emerson e un fastidioso affaticamento muscolare)

Ronaldinho (la maledizione del Pallone d’Oro colpisce ancora. Lo straordinario talento brasiliano non ha giocato in questi Mondiali, non perché non sia mai sceso in campo ma perché non si è mai visto. Fallisce clamorosamente nella rassegna calcistica più importante dopo un’annata strepitosa con il Barcellona. A causa sua la Nike perde tutti gli investimenti di marketing fatti negli ultimi 4 anni)

Ronaldo (nelle prime due partite è uno spettatore con il lusso di non pagare il prezzo del biglietto e di camminare in campo a fianco dei propri idoli. Contro Giappone e Ghana torna ad essere il Fenomeno, realizzando 3 reti e guadagnandosi il premio di miglior cannoniere della storia dei Mondiali, superando Muller. Nei Quarti ritrova l’incubo Francia ed esce a testa bassa dalla competizione)

Adriano (l’Inter lo ha reso un giocatore triste e svogliato. I tifosi brasiliani ne invocano la sostituzione con Juninho Pernambucano già dalla prima gara. Segna due gol, di cui una in netto fuorigioco ma è sempre lontano dalla manovra e avulso dal gioco. Non trova l’armonia con i compagni e alla fine risulta peggiore del peggior Ronaldo)

Zinedine Zidane (torna in nazionale per concludere la carriera in un Mondiale. Nella prima fase gioca male e salta per squalifica la gara decisiva con il Togo. Negli Ottavi con la Spagna, inizia ad incantare realizzando anche una rete, per poi arrivare all’apice del suo Mondiale nella gara con il Brasile dove il brasiliano lo fa lui. Decisivo nella Semifinale con il Portogallo, conduce la Francia ad un’insperata Finale, dove prima realizza un rigore con un similcucchiaio e poi rovina la sua carriera con una testata a Materazzi)

Tierry Henry (strepitoso con l’Arsenal, un po’ meno in questi Mondiali. Realizza 3 reti, tiene a galla la Francia nel primo girone e si prende il lusso di eliminare il Brasile con una sua rete nei Quarti. Nonostante ciò non gioca ai suoi livelli pur essendo una delle poche star a confermare la propria fama)

Raul (utilizzato poco da Aragones, non è più il trascinatore di una volta. La Spagna si affida a nuovi volti e punta su di lui solo nei momenti difficili, segna solo contro la Tunisia e fallisce negli Ottavi contro la Francia, dove pur partendo con i favori del pronostico si fa buttare fuori dal Mondiale)

Andriy Shevchenko (raggiunge un traguardo storico, guidando la sua nazionale fino ai Quarti di Finale. S’inchina davanti all’Italia e gioca molto male anche a causa dell’infortunio di fine stagione. Con la testa già a Londra, ha perso un’occasione per vivere un Mondiale da protagonista specie nella prima parte quando gli avversari erano abbordabilissimi)


2 Responses to "Stelle cadenti"

Me responded on 3:58 AM #

d'accordo su tutti tranne che su kakà e shevchenko

Marco responded on 5:16 AM #

xkè?